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Metalli Preziosi e Petrolio in Ribasso

Da
Barry Norman
Aggiornato: Apr 24, 2015, 19:49 GMT+00:00

Venerdì l’oro si attesta a 1191,80, continuando a cedere terreno nel corso della sessione asiatica. Il prezioso lascia a terra altri 2,50$ trascinando con

Metalli Preziosi e Petrolio in Ribasso

Metalli Preziosi e Petrolio in Ribasso
Venerdì l’oro si attesta a 1191,80, continuando a cedere terreno nel corso della sessione asiatica. Il prezioso lascia a terra altri 2,50$ trascinando con sé l’argento, che si attesta a 15,828; il platino invece cede 4,30$, per attestarsi a 1132,70. Su Comex l’oro rimbalza dai recenti minimi, dopo che i dati economici deludenti sull’economia USA hanno favorito il deprezzamento del dollaro USA alimentando l’interesse nei confronti del metallo prezioso, denominato in dollari.
Giovedì i dati sull’economia USA si sono rivelati sostanzialmente negativi. In base ai dati pubblicati dal Dipartimento del Commercio USA, nel mese di marzo le vendite di case unifamiliari sarebbero crollate dell’11,4%, precipitando dal massimo degli ultimi sette anni raggiunto il mese precedente e segnando al valore più basso da novembre. Il rapporto pubblicato giovedì dal Dipartimento del Lavoro Usa indica invece nella scorsa settimana un incremento superiore alle aspettative delle richieste di sussidi disoccupazione, 1000 in più rispetto alla settimana precedente. Gli analisti, comunque, sostengono che il trend di questo rapporto probabilmente lascia prevedere un contraccolpo nel mese di aprile, quando il dato verrà confrontato con quello del mese di marzo.

La riunione della prossima settimana del Comitato Federale per il Mercato Aperto e il summit di oggi dei ministri dell’eurozona, che affronteranno il tema di una possibile bancarotta della Grecia, gli investitori si tengono pronti a partire nel momento in cui il quadro sullo stato di salute dell’economia diventerà più chiaro.

Passando ad altri mercati, giovedì il prezzo del WTI guadagna 0,61$ (+1,1%) attestandosi a 56,78 per barile. Dopo gli interventi aerei in Yemen, che alimentano i timori sulla sicurezza dei trasporti di petrolio in Medioriente, questa mattina i prezzi del petrolio sono scesi dai massimi del 2015 raggiunti la sessione precedente, rimanendo comunque nella possibilità di chiudere la settimana su terreno positivo. Il mese scorso il prezzo del petrolio è salito di circa 10$ il barile, spinto dai timori crescenti riguardo il Medioriente, mentre il rallentamento della produzione negli Stati Uniti e i segnali positivi dalla domanda globale hanno supportato il mercato.

L’impennata del prezzo di giovedì si è verificata in corrispondenza delle azioni militari dell’Arabia Saudita volte a colpire i miliziani di Houthi e le loro basi militari con almeno 20 bombardamenti aerei, e ciò è avvenuto nonostante il fatto che Riyadh abbia annunciato che la campagna militare stavo volgendo alla fine. L’aumento dei prezzi dei future dello scorso mese indica un allontanamento fra produttori di petrolio e Wall Street riguardo quando i bassi prezzi del petrolio recupereranno: la comunità finanziaria punta sul fatto che il ciclo del prezzo potrebbe riprendersi prima di quanto non preveda il settore.

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