La Grecia è sempre al centro della scena, dominando i mercati europei e le aperture dei principali quotidiani. L’euro si è deprezzato fino a 1,1154$ pur
Ieri i ministri dell’Economia e delle Finanze dell’Eurogruppo hanno pubblicato la seguente dichiarazione sulla Grecia:
“Oggi l’Eurogruppo ha preso atto dello stato dei negoziati in atto fra le autorità greche e le istituzioni. Ci complimentiamo per i progressi sin qui realizzati.
Rileviamo che la riorganizzazione e semplificazione delle procedure di lavoro ha reso possibile un’accelerazione, e ha contribuito a una discussione più proficua. Al tempo stesso, prendiamo atto che serviranno più tempo e maggiori sforzi per colmare le differenze sulle questioni rimaste aperte”.
La sterlina britannica si è deprezzata di qualche punto dopo il rally di ieri a seguito della decisione BoE di mantenere inalterati i tassi e le linee di politica monetaria. L’istituto pubblicherà questa settimana il suo bollettino trimestrale sull’inflazione. La sterlina è negoziata a 1,5566 dopo che ieri si era rafforzata dello 0,84% per la reazione degli investitori alla decisione delle autorità monetarie britanniche di non intervenire sui tassi. La vittoria dei Conservatori ha inoltre supportato la fiducia degli investitori circa le prospettive di crescita dell’economia del Regno Unito.
Stamane le divise asiatiche si stanno rivelando particolarmente attive, con l’AUD in crescita di 18 punti e il NZD di 17 per essere negoziati rispettivamente a 0,7909 e 0,7352. L’agenzia di rating Fitch spiega che il calo dei prezzi delle materie prime finirà per incidere negativamente sulla tenuta del bilancio pubblico australiano, imponendo alle autorità del paese una maggiore attenzione anche se l’Australia non rischia di perdere la sua tripla A. Secondo Mr. Tang, la dipendenza dell’economia australiana dal prezzo delle materie prime e il fatto che un’ampia fetta del suo debito pubblico è detenuta da investitori stranieri rende il paese molto più sensibile agli eventi globale; Tang sostiene che il debito pubblico potrebbe crescere molto rapidamente, anche se gli istituti di credito e il governo dell’Australia si sono affrettati a smentire una simile teoria.
Per quanto riguarda il Kiwi, i trader sembrano temere il calo dei prezzi del comparto dei latticini e la prossima decisione Rbnz. Ultimamente il dollaro neozelandese si è deprezzato mentre crescono le aspettative per un taglio dei tassi da parte della banca centrale già da quest’anno per via dell’inflazione debole, della sopravvalutazione della divisa nazionale e del calo dei prezzi dei latticini. Ieri ANZ New Zealand Bank si è unita a Deutsche Bank e ASB Bank nel predire un taglio di 50 punti base nel corso dei prossimi mesi, mentre i trader scommettono su di un 42% di possibilità di assistere a un taglio già nel corso della riunione del prossimo 11 giugno.
Ieri lo yen giapponese ha perso lo 0,23% e continua a deprezzarsi anche stamattina per via della forza del dollaro Usa. A ogni modo, le intense negoziazioni fra la Grecia e i suoi creditori nel corso dell’Eurogruppo di ieri hanno alimentato l’incertezza sul futuro di Atene nell’Eurozona. Lo yen è così negoziato a 120,18$.