Questa settimana il mercato aurifero si muove leggermente al ribasso, infatti, nella sessione asiatica, perde 7,80$ ed è scambiato a 1226.50$ sul retro
L’economia statunitense continua a mostrare segnali di ripresa pertanto la valuta locale dovrebbe guadagnare ulteriore terreno. Tra questi segnali ci sembra doveroso ricordare: il miglioramento del disavanzo delle partite correnti della nazione; il deleveraging nel settore privato; il boom nella produzione di energia interna e il miglioramento delle prospettive di crescita in un momento in cui le previsioni delle altre regioni potrebbero subire una revisione al ribasso.
Detto questo, nonostante il forte rimbalzo dal fondo, rimbalzo a cui abbiamo assistito di recente, il sentimento nei mercati dei metalli preziosi rimane fortemente ribassista. Infatti, tanto i grandi investitori quanto gli acquirenti al dettaglio hanno approfittato del rally del 3,3% per uscire dal mercato.
Il terzo trimestre, è stato il sesto trimestre consecutivo in cui le partecipazioni sugli exchange traded funds garantiti in oro fisico si sono mossi al ribasso. Settembre, invece, è stato a dir poco deleterio per gli ETF che hanno mostrato un calo che non si vedeva da dicembre 2013, tuttavia, la vendita prosegue anche ad ottobre. A tale proposito ricordiamo come, dopo il forte calo postato nella settimana terminata il 3 ottobre, calo che ha apportato una riduzione di 10 tonnellate nei fondi gold-backed, le partecipazioni si muovono ulteriormente al ribasso raggiungendo quota 1,662.3 tonnellate.
Detto questo, ci sembra opportuno ricordare come i deboli numeri tedeschi e un lieve ribasso del dollaro abbiano recentemente supportato il mercato aurifero. Infatti, il metallo giallo si muove al rialzo sul Comex postando i massimi delle ultime quattro settimane sul retro di un massiccio acquisto da parte dei trader che hanno deciso di investire nuovamente nel prezioso, da sempre considerato come un “porto sicuro” in periodi di crisi. Negli Stati Uniti, le forti preoccupazioni riguardanti un possibile rallentamento della crescita economica globale hanno innescato un calo del 3% nei rendimenti dei titoli di stato a 30 anni, scenario che non si vedeva da maggio 2013. Inoltre, i rendimenti nei benchmark a 10 anni postano i minimi degli ultimi 16 mesi registrando una perdita del 2,18%.
Ad inizio ottobre, gli acquirenti al dettaglio di argento, hanno supportato i silver-backed ETF spingendo le aziende ad un record di 20.182 tonnellate, tuttavia, la recente debolezza del metallo che ha postato i minimi quadriennali, ha convinto buona parte degli investitori a limitare le proprie posizioni. A tale proposito, ricordiamo come la scorsa settimana i fondi in argento abbiano perso quasi 205 tonnellate, registrando la peggior performance da maggio 2013. Le partecipazioni totali postano un calo di 20.136 tonnellate.
Dopo aver registrato una forte ascesa per diverse settimane, questa mattina il rame rimane invariato a 3,079$. Ricordiamo come martedì, il metallo rosso abbia postato i massimi delle ultime due settimane sul retro delle dichiarazioni rilasciate dalla Cina che, dopo i forti numeri commerciali di settembre, ha ribadito l’intenzione di intensificare i progetti delle infrastrutture al fine di sostenere la crescita economica. Martedì un alto funzionario cinese ha mostrato come gli investimenti in Cina dovrebbero aumentare nei prossimi mesi poiché il governo ha accelerato le pratiche per la realizzazione di nuovi progetti ed infrastrutture. Ricordiamo come, i forti dati di settembre abbiano notevolmente influenzato tale decisione riducendo le preoccupazioni di un possibile rallentamento della crescita economica del paese. Infatti, nel mese di settembre, le importazioni di rame hanno subito un incremento del 15% rispetto al mese precedente. Questa mattina il metallo rosso registra un lieve rialzo, ma nel corso della giornata inverte la sua rotta sul retro dei deludenti dati d’inflazione cinese.