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L’Oro Si Muove Avanti E Indietro Rimanendo Sostanzialmente Invariato

Da
Barry Norman
Aggiornato: Mar 3, 2015, 19:37 GMT+00:00

Nella tarda sessione di lunedì il mercato aurifero inverte la sua rotta restituendo parte dei guadagni iniziali per poi ampliare il suo ribasso nella

L’Oro Si Muove Avanti E Indietro Rimanendo Sostanzialmente Invariato

L'Oro Si Muove Avanti E Indietro Rimanendo Sostanzialmente Invariato
Nella tarda sessione di lunedì il mercato aurifero inverte la sua rotta restituendo parte dei guadagni iniziali per poi ampliare il suo ribasso nella sessione di martedì registrando un calo di 2,20$ per attestarsi su quota 1206.00$. Ricordiamo come, nella sessione di lunedì, i prezzi dei future dell’oro sul Comex abbiano postato un calo di 4,90$ o dello 0,4% raggiungendo i 1,208.20$ l’oncia. La scorsa settimana, il metallo giallo è stato scambiato principalmente in rialzo, tuttavia, chiude la settimana riportando guadagni marginali. Le dichiarazioni rilasciate dal presidente della Federal Reserve, Janet Yellen, hanno ridotto le aspettative di un imminente rialzo dei tassi di interesse, fermi da quasi un decennio. Nel mese di gennaio, le importazioni cinese di oro proveniente da Hong Kong hanno postato un lieve incremento, riflettendo un aumento della domanda dettato dal Nuovo Anno Lunare, festività che ha supportato i prezzi del metallo giallo. La Grecia ha posticipato i suoi piani di riforma economica per l’eurozona, tuttavia, la data di scadenza per la consegna della lista dei programmi è lunedì, e rispettare tale scadenza rappresenta una condizione necessaria per estendere il programma di salvataggio finanziario del paese, scenario che ha agito da fattore positivo per il metallo giallo. I dati rilasciati dal Fondo Monetario Internazionale hanno mostrato come l’Eurozona abbia incrementato le sue riserve auree di 7,437 tonnellate raggiungendo, nel mese di gennaio le 10,791.885 tonnellate. Contrariamente, la Turchia riduce le sue riserve di lingotti. La scorsa settimana, le partecipazioni sull’SPDR Gold Trust sono rimaste invariate a 771,25 tonnellate. Dall’inizio dell’anno, le partecipazioni hanno postato un calo di 26,97 tonnellate, perdendo quasi il 3,38%.

L’oro posta il più grande calo settimanale poiché il dollaro statunitense è scambiato in prossimità dei massimi degli ultimi 10 anni e le azioni statunitensi raggiungono livelli record, riducendo così la domanda di beni rifugio. L’Argento guadagna 39 punti ed è scambiato a 16,49$ mentre il platino perde 3,30$ per attestarsi su quota 1.185,40$.

La scorsa settimana, il presidente della Federal Reserve, Janet Yellen, ha cercato di preparare gli investitori ad un possibile ritardo del rialzo dei tassi di interesse. La Yellen, infatti, ha dichiarato che l’istituto di credito sarà paziente e prenderà in considerazione tale opzione quando le condizioni saranno mature. Tuttavia, se la ripresa economica continuasse a mostrare miglioramenti, la possibilità di aumentare i tassi di interesse potrebbe essere presa in considerazione ad ogni riunione.

Nella sessioni di ieri, il mercato aurifero si stabilizza  poiché gli investitori hanno incassato i guadagni dopo che l’incremento della domanda asiatica ha spinto il prezioso in prossimità dei massimi delle ultime due settimane, tuttavia, le aspettative riguardanti un possibile aumento dei tassi di interesse statunitensi entro la fine dell’anno hanno limitato il rialzo dei prezzi. Detto questo, numeri più forti del previsto nel rapporto sulle buste paga nei settori non agricoli statunitensi che verrà rilasciato venerdì potrebbe incrementare la possibilità di assistere ad un rialzo dei tassi di interesse in tempi molto brevi. Nel mese di febbraio il metallo giallo posta un ribasso del 5,5%, registrando la più grande perdita mensile da settembre sulla scia di un possibile aumento entro la fine dell’anno.

I metalli industriali si muovono in rialzo dopo la mossa sui tassi di interesse che la Banca Popolare Cinese ha avviato per supportare la domanda e sostenere i prezzi. Questa mattina il rame perde 33 punti ed è scambiato a 2,662$ sulla scia delle forti preoccupazioni riguardanti la crescita economica cinese. A tale proposito, ci sembra opportuno ricordare come, a seguito dell’inaspettato taglio dei tassi di interesse promosso dalla Cina, il rame abbia postato i massimi delle ultime sette settimane, tuttavia, al momento, le forti preoccupazioni di un possibile rallentamento hanno iniziato a diffondersi.  “I dati sono deludenti. Mi aspettavo che i prezzi aumentassero più di quanto abbiano fatto fino ad ora. Il taglio dei tassi di interesse mostra come il governo cinese stia lottando contro il rallentamento”, queste sono le parole enunciate da Gene Weinberg, capo della ricerca delle materie prime presso la Commerzbank di Francoforte

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