Mercoledì il mercato aurifero ha mostrato una forte attività scenario che ha riproposto questa mattina poiché i trader hanno spinto il freno e venduto il
Il metallo chiude la sessione con un rincaro dell’1,9%. Detto questo, anche l’argento si attesta in prossimità dei massimi delle ultime cinque settimane dopo aver postato un rialzo del 3,5%. Contrariamente, a seguito del rilascio del suddetto rapporto, il dollaro statunitense perde terreno postando i minimi degli ultimi tre mesi contro un paniere delle principali valute. Howie Lee, analista di Phillip Futures, ha mostrato come i deboli numeri delle vendite al dettaglio degli Stati Uniti abbiano bloccato qualsiasi possibile intervento da parte della Fed. In un simile scenario, la possibilità di vedere l’istituto di credito posticipare il rialzo dei tassi di interesse potrebbe aver supportato il mercato aurifero.
A tale proposito, ci sembra opportuno ricordare come i forti numeri dello scorso anno abbiano spinto il mercato aurifero in ribasso consentendo al dollaro statunitense di guadagnare terreno sulla scia di un imminente aumento dei tassi d’interesse Fed, aumento previsto per giugno. Tuttavia, la crescita degli Stati Uniti nel primo trimestre ha mostrato un forte rallentamento dettato da un dollaro in costante ascesa.
Stando all’odierno rapporto rilasciato dal World Gold Council la domanda globale di oro rimane stabile nei primi tre mesi dell’anno, per un totale di 1.079 tonnellate, mostrando un calo di solo l’1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La componente d’investimento posta un rialzo del 4% raggiungendo le 279 tonnellate contro le 268 tonnellate riportate nello stesso trimestre dello scorso anno, tuttavia, la domanda di monete d’oro e di lingotti registra un calo del 10% rispetto all’anno precedente.
Il World Council attribuisce tale calo al fatto che gli investitori al dettaglio, soprattutto in India, abbiano spostato i propri investimenti nelle azioni sulla scia della forte performance del mercato azionario del paese.
Il rame inverte la sua rotta dopo una settimana di rincari dettati dalle speranze di un ulteriore stimolo da parte della Cina. Già la scorsa settimana prima ancora che la PBOC annunciasse un tagli di 25 punti base i trader avevano considerato la possibilità di un ulteriore stimolo, ma ora che i dati sembrano dipingere un quadro sempre più alla deriva i mercati si aspettano un allentamento aggressivo. Il metallo rosso posta un calo di sette punti nella sessione asiatica ed è scambiato a 2,924$. Tuttavia, tale ribasso è stato compensato da un calo del dollaro statunitense. I deboli numeri del settore immobiliare cinese hanno influito negativamente sul consumo dell’acciaio, scenario che potrebbe essere considerato come un campanello d’allarme per il rame, metallo industriale che nel ciclo delle costruzioni ha un tempo di reazione più lungo. L’entità degli effetti non è ancora chiaro, tuttavia, alcuni ritengono che il calo della domanda di acciaio possa sollevare numerose preoccupazioni riguardanti la crescita della domanda cinese di rame.