Giovedì pomeriggio i mercati hanno prontamente risposto all'ulteriore taglio dei tassi d'interesse apportato dalla BCE. L'istituto di credito, infatti,
Giovedì Wall Street cancella i guadagni record registrando un forte calo sul retro dell’inaspettato taglio dei tassi d’interesse attuato dalla BCE. Questa mattina, le borse asiatiche sono scambiate su una nota mista poiché i mercati sono stati influenzati dalle recenti manovre effettuate dall’istituto di credito europeo.
Mario Draghi, si è detto intenzionato a immettere sul mercato almeno 700 miliardi di euro per supportare la moribonda economia del blocco europeo mettendo temporaneamente da parte la disputa insorta con la Germania su un programma di acquisto dei titoli sovrani. In questo modo il numero uno della BCE sembra impegnarsi a riportare il bilancio della banca centrale europea nuovamente sui 2,7 mila miliardi di euro di inizio 2012 rispetto ai 2 mila miliardi di oggi.
I metalli preziosi si muovono al ribasso sul retro di un dollaro forte che, a seguito del recente taglio promosso dalla BCE, taglio che ha portato i tassi d’interesse ai minimi storici lanciando un programma di acquisto asset per contrastare la deflazione, continua a guadagnare terreno. Venerdì mattina il mercato aurifero posta un ulteriore calo per attestarsi su quota 1.264,30. L’argento prende spunto dall’oro ed è scambiato a 19.11 mentre il platino rimane invariato a 1407.15.
In una conferenza stampa, avvenuta dopo l’inaspettato taglio di 10 punti sui tassi di interesse, già ai minimi storici, Mario Draghi, presidente della BCE, ha annunciato un piano per l’acquisto di titoli Abs (Asset backed securities), piano che prenderà piede ad ottobre. L’Istituto continua a subire forti pressioni per affrontare ostinatamente la bassa inflazione poiché il conflitto in Ucraina minaccia costantemente la fragile ripresa economica della regione.
Oggi, verrà rilasciato il rapporto sulle buste paga nei settori non agricoli statunitensi, rapporto che dovrebbe fornire un quadro più chiaro sulle condizioni della più grande economia mondiale e sulle tempistiche necessarie alla Federal Reserve per aumentare i tassi d’interesse. Mercoledì, le partecipazioni sull’SPDR Gold Trust, il più grande fondo comune di investimento garantito in oro del mondo e grande indicatore della fiducia degli investitori, si muovono al ribasso perdendo 2,69 tonnellate per attestarsi su quota 790,51 tonnellate.
I forti dati USA supportano i metalli di base, tuttavia, il rincaro del dollaro statunitense grava sulle materie prime poiché rende i prodotti indubbiamente troppo costosi per gli acquirenti che utilizzano una valuta differente. Il rame guadagna 8 punti nelle prime ore del trading ed è negoziato a 3,158$. Ricordiamo come, nella sessione di ieri, il metallo rosso abbia postato un rincaro dello 0,6% poiché, nel mese di agosto le assunzioni effettuate dalle società statunitensi sono rimaste costanti e il settore dei servizi ha postato i massimi degli ultimi sei anni e mezzo. L’economia del paese ha mostrato una forte crescita anche nel terzo trimestre.