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L’Opec Anticipa Il Regalo Di Natale Ai Consumatori Statunitensi.

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Barry Norman
Pubblicato: Dec 1, 2014, 16:46 GMT+00:00

Nuova settimana, nuovo mese, nuovo mercato. La decisione OPEC della scorsa settimana ha colpito i mercati globali, infatti, la scelta di mantenere

L’Opec Anticipa Il Regalo Di Natale Ai Consumatori Statunitensi.

Nuova settimana, nuovo mese, nuovo mercato. La decisione OPEC della scorsa settimana ha colpito i mercati globali, infatti, la scelta di mantenere invariati gli attuali livelli di produzione ha inviato i prezzi del greggio ai minimi storici provocando un calo dell’inflazione in tutto il mondo. La decisione sembra aver portato numerosi benefici ai consumatori statunitensi poiché ad un ribasso dei prezzi del greggio corrisponde inevitabilmente un calo dei prezzi della benzina, del cherosene, del gas naturale e del gasolio. In un simile scenario, si riducono anche i costi della produzione, dei trasporti e delle spedizioni, pertanto, i consumatori potrebbero prendere in considerazione la possibilità di effettuare regali di natale più costosi.

Detto questo, il forte calo dei prezzi del greggio potrebbe ostacolare le banche centrali di paesi come il Giappone e l’Europa, forse costretti ad alleggerire ulteriormente il loro stimolo monetario al fine di supportare la propria economia. Nell’eurozona la BCE ritiene che l’inflazione potrebbe aver bisogno di una spinta, pertanto, non esclude la
possibilità di incrementare l’acquisto di titoli di Stato. L’attività manifatturiera e quella del settore dei servizi posta i minimi degli ultimi sedici mesi, mentre, nel trimestre chiuso a settembre, la crescita economica si espande ad un ritmo dello 0,2%. L’inflazione in Giappone rallenta per il terzo mese consecutivo, tuttavia un inaspettati aumenti del settore manifatturiero sorprende gli investitori. Il rallentamento della crescita cinese ha costretto la banca centrale ad apportare un taglio dei tassi d’interesse per 40 bps, raggiungendo il 5,6%. Ricordiamo come la Cina abbia recentemente incrementato la liquidità.

Questa mattina, le scorte asiatiche si muovono al ribasso sul retro di un forte calo registrato nella produzione, mentre le spese degli statunitensi hanno visto un massiccio incremento su internet, incremento dettato anche dal drastico calo dei prezzi del greggio che hanno postato i minimi degli ultimi cinque anni.

Nel mese di diciembre il PMI manifatturiero della Cina registra un un calo di 0,5 punti per attestarsi su quota 50,3 contro i 50,8 di novembre. Stando ai dati riportati dalla HSBC, il PMI manifatturiero finale rimane invariato a 50 punti.

Questa mattina il dollaro statunitense rimane in variato, ricordiamo come un’ottimistico sentimento del mercato abbia portato ad una riduzione della domanda per le valute a basso rendimento. Tuttavia, la forte crescita economica del paese “ammortizza” il calo del DX. La valuta posta i minimi settimanali a 87,56$ chiudendo venerdì a 88,41$. Nella sessione asiatica il dollaro é scambiato a 88,38$.

Questa mattina i prezzi del greggio si muovono nuovamente al ribasso, il WTI perde 1,43$ ed é scambiato a 64,72$ mentre il Brent posta un calo di 1,59$ ed é negoziato a 68,56$. Il gas naturale registra una perdita di 86 punti per attestarsi su quota 3.998$ mentre il cherosene perde 282 punti ed é scambiato a 2.1330$. Ricordiamo come la scorsa settimana i mercati petroliferi abbiamo ampliato le rispettive perdite in entrambi i lati dell’Atlantico postando ingenti perdite sul retro delle forti speculazioni che vedevano l’Opec mantenere invariati i livelli di produzione. I future del Brent postano i minimi degli ultimi quattro anni perdendo il 4%.

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