Nel fine settimana il mercato aurifero si muove leggermente in rialzo poiché i trader hanno spostato parte degli investimenti verso beni di rifugio a
Nel fine settimana il mercato aurifero si muove leggermente in rialzo poiché i trader hanno spostato parte degli investimenti verso beni di rifugio a seguito del tentato colpo di stato in Turchia. Lunedì riaprono i mercati, il paese islamico dovrebbe essere tornato alla normalità dopo l’arresto di quasi 6000 cittadini. Dopo aver postato un calo ad inizio sessione, venerdì, i prezzi dell’oro guadagnano terreno sulla scia delle dichiarazioni rilasciate dal primo ministro turco Binali Yildirim. Il ministro, ha affermato che un gruppo di militari ha tentato di rovesciare il governo. Lunedì mattina il metallo giallo apre a 1330.15$ registrando un rincaro di 3$ ed ora é negoziato a 1326.05$.
Il dollaro statunitense guadagna 60 punti per attestarsi su quota 96.70. Il biglietto verde é un forte rivale dell’oro; i due mercati tendono a muoversi in modo inverso: quando la domanda della valuta statunitense diminuisce, gli investitori e le banche di tutto il mondo spostano i propri capitali nell’oro aumentando così il valore del prezioso. Quando il dollaro guadagna terreno, gli investitori tendono a spostare i propri capitali dall’oro al biglietto verde. Il calo della domanda di oro porta inevitabilmente ad un ribasso dei prezzi. “Un rafforzamento del dollaro è un vento contrario per il prezzo spot dell’oro, ma serve per aumentare i ritorni per gli investitori britannici”, spiega un analista senior presso la Hargreaves Lansdown. “E’ meglio utilizzarlo come una copertura contro la catastrofe.”
Dall’inizio dell’anno i prezzi dell’argento hanno guadagnato quasi il 50%, invertendo la rotta dopo tre anni di perdite, tuttavia, la storia mostra come gli investitori che sperano di “risalire a bordo” debbano essere piuttosto cauti.
L’impennata dell’oro e l’aumento dei prezzi dei metalli industriali, congiuntamente alle prospettive di un possibile stimolo monetario da parte delle principali banche centrali, hanno innescato una lieve battuta d’arresto. L’argento è scambiato a 19.88 poiché i trader hanno avviato una presa di beneficio senza prestare particolare attenzione allo stress globale. L’argento è considerato a tutti gli effetti come un bene industriale – oltre la metà della domanda proviene da utenti industriali, soprattutto nel settore dell’elettronica. L’azione della banca centrale per stimolare le economie, così si sostiene, dovrebbe aumentarne ulteriormente il consumo.
Dal 1 di giugno al 4 luglio l’argento ha guadagnato il 31% passando dai 15,94$ l’oncia ai 21,107$ l’oncia, incremento difficile da giustificare in termini economici, pertanto, riteniamo che gli acquirenti dovrebbero stare attenti e “temere” quello che i trader chiamano il “metallo del diavolo”.
– Quest’anno i tassi di interesse globali estremamente bassi hanno contribuito all’ascesa dell’oro – in un epoca di rendimenti negativi su molti titoli di Stato, il fatto che gli investimenti in lingotti non offrano rendimenti fissi sembra essere meno importante-.
Le aspettative che vedono la Banca d’Inghilterra versare più soldi nell’economia britannica dopo la decisione del paese di lasciare l’Unione Europea, congiuntamente alla possibilità di assistere ad un alleggerimento monetario anche da parte della Banca del Giappone e della Banca centrale europea, hanno contribuito a spingere i prezzi dei metalli industriali in rialzo.
L’oro e l’argento sono stati messi sotto ulteriore pressione dal rapporto rilasciato venerdì dal Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti che ha mostrato come le vendite al dettaglio siano risultate nettamente più forti del previsto; l’indice chiave delle vendite al dettaglio è aumentato dello 0,6%. Gli analisti, hanno fatto notare come le vendite di automobili abbiano mancato le aspettative, tuttavia la forza degli altri settori ha compensato la debolezza. Per quanto riguarda gli altri numeri economici, il rapporto rilasciato dal dipartimento del lavoro ha mostrato un incremento dello 0,2% dell’indice dei prezzi al consumo per il mese di giugno.