Il mercato delle valute è dominato dal forte apprezzamento del dollaro Usa. Stamattina il biglietto verde è cresciuto di 13 punti a 98,74 mentre diversi
Ieri il dollaro Usa ha toccato il massimo degli ultimi 12 anni contro l’euro e il massimo degli ultimi 8 anni contro lo yen nipponico grazie al varo del programma di acquisto titoli della Bce e alle speculazioni sul rialzo dei tassi da parte della Fed per la metà dell’anno.
Il calendario economico sarà relativamente scarno durante le ore europee. I ministri delle Finanze dei paesi dell’Eurozona si riuniranno a Bruxelles per discutere delle modalità con cui erogare nuovi finanziamenti alla Grecia. In realtà, dopo il nulla di fatto di ieri, è altamente improbabile che oggi riescano ad addivenire a una qualsiasi soluzione. Atene dovrà comunque sedersi al tavolo dei negoziati con le c.d. “istituzioni” (già conosciute come Troika), anche se, ribadiamo, sarà davvero difficile che le parti raggiungano un’intesa.
Secondo Jason Furman, presidente del Council of Economic Advisors della Casa Bianca, ha affermato ieri nel corso di un intervento davanti alla National Assembly of Business Economics che il superdollaro Usa e le debolezze dell’Eurozona stanno impattando negativamente sull’export a stelle e strisce, che però dovrebbe beneficiare del calo dei prezzi del petrolio. Gli analisti sostengono che l’apprezzamento del dollaro potrebbe spingere la Fed a rinviare il suo intervento sui tassi dal momento che una forte valuta tende a limitare la crescita dell’inflazione rendendo meno care le importazioni. Per il momento il mercato sembra comunque rassegnato all’eventualità che l’istituto Usa finisca per intervenire già a giugno. Gli analisti sostengono inoltre che la portata e il ritmo del rialzo del dollaro hanno finito per spaventare gli investitori, i quali temono che il superdollaro possa danneggiare fortemente l’export Usa e rallentare la ripresa dell’economia americana.
Il dollaro ha toccato quota 122,040 contro lo yen, livello più alto dal luglio 2007. Il biglietto verde è inoltre in procinto di toccare la parità contro il franco svizzero per la prima volta da quando (era il 15 gennaio) la Banca Centrale Svizzera decise di rimuovere la banda degli 1,20 franchi per euro. La Bce e la Banca del Giappone sono entrambe alle prese con politiche monetarie ultra-espansive; l’istituto europeo ha appena iniziato il suo programma di acquisto titoli da oltre 1 trilione di euro.
“La divergenza fra le politiche monetarie e il deprezzamento dell’euro hanno entrambe supportato il dollaro, mentre un rialzo delle azioni – il quale sottende a un incremento della propensione al rischio – saranno le chiavi per realizzare ulteriori guadagni. Il dollaro si assesterà oltre i 122 yen in base all’andamento del mercato azionario Usa nel corso della sessione odierna” sostiene Junichi Ishikawa, analista di mercato di IG Securities di Tokyo.
Dopo aver già risentito del netto apprezzamento del dollaro Usa, l’Aussie è crollato a un minimo di 5 settimane a 0,7630 per via di dati economici cinesi per nulla soddisfacenti (in particolare, legati all’andamento dei prezzi alla produzione). L’Aussie risente spesso delle performance dell’economia cinese. Il suo appeal era già stato danneggiato lo scorso mese dalla decisione della Reserve Bank of Australia di portare a un minimo storico i tassi d’interesse; ora, un calo al di sotto di quota 0,7627 dollari Usa significherebbe che l’AUD ha raggiunto il nuovo minimo degli ultimi 6 anni. L’NZD si è mosso di conserva all’Aussie deprezzandosi a 0,7244 in vista della riunione di domani dell’istituto centrale neozelandese. Nel paese i prezzi dei prodotti destinati all’export continuano a risentire dei timori per un avvelenamento del latte in polvere.