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Leghista pro-Putin Fontana eletto presidente della Camera

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Reuters
Aggiornato: Oct 14, 2022, 13:51 UTC

ROMA (Reuters) - Il vice segretario della Lega di Matteo Salvini ed ex ministro della famiglia nel primo governo Conte, Lorenzo Fontana, è stato eletto presidente della Camera nella quarta votazione.

Una vista generale di Palazzo Montecitorio a Roma

ROMA (Reuters) – Il vice segretario della Lega di Matteo Salvini ed ex ministro della famiglia nel primo governo Conte, Lorenzo Fontana, è stato eletto presidente della Camera nella quarta votazione.

Veronese, 42 anni, cattolico noto per le sue posizioni ultra conservatrici, pro-Russia, anti-gay ed euroscettiche, Fontana è stato eletto con 222 voti sui 237 attribuibili al blocco di destra alla Camera.

La riforma costituzionale approvata nella scorsa legislatura ha tagliato il numero dei deputati a 400 da 630, mentre i senatori sono scesi a 200 da 315.

L’elezione di Fontana come terza carica dello Stato segue quella di ieri di Ignazio la Russa, tra i fondatori di Fratelli d’Italia, alla presidenza del Senato avvenuta senza i voti di Forza Italia e con un appoggio decisivo di senatori al di fuori del perimetro della coalizione di destra.

Con l’elezione dei due presidenti delle Camere ora entra nel vivo la trattativa nella coalizione per la formazione del governo, con Giorgia Meloni che potrebbe ricevere l’incarico verso la fine della prossima settimana.

Ma la definizione del nuovo esecutivo si sta rivelando per la leader di Fratelli d’Italia più complessa di quanto previsto, con Silvio Berlusconi apparso furioso per il rifiuto ricevuto rispetto alle richieste di ottenere posti nel governo.

Una immagine del suo taccuino durante la seduta parlamentare di ieri, catturata da un fotografo, rende esplicito l’umore dell’ex premier ed è diventata virale sui social.

“Giorgia Meloni. Un comportamento 1. supponente 2. prepotente 3. arrogante 4. offensivo. Nessuna disponibilità al cambiamento. È una con cui non si può andare d’accordo”, si legge in questo appunto di Berlusconi.

Durante la campagna elettorale Meloni ha fatto di tutto per dare di sé una immagine moderata, cercando di far dimenticare il suo precedente euroscetticismo, per far affermare il suo partito come una forza conservatrice tradizionale.

L’elezione ieri di La Russa e oggi di Fontana evidenzia però la forte matrice di destra che attraversa la sua coalizione.

La decisione di proporre il deputato leghista come presidente della Camera è stata una sorpresa. Fontana è noto per aver più volte elogiato il presidente russo Vladimir Putin dicendo nel 2018 di aver visto “nel risveglio putiniano una luce anche per noi occidentali”.

“Serve recuperare orgoglio di quello che siamo”, ha detto oggi Fontana alla Camera dopo la sua elezione.

Rischi

Francesco Galietti, fondatore della società di consulenza sui rischi politici Policy Sonar, ha detto che la scelta di Fontana rischia di minare la promessa di Meloni che il suo governo sarà filo-occidentale e sosterrà l’Ucraina nella sua guerra contro la Russia.

“Dopo tutti gli sforzi per posizionarsi come convinta atlantista, ora Meloni ha un amico di Mosca come presidente della Camera. Questo è male, e Meloni lo sa”, ha detto.

Fontana è una figura ben nota e controversa in Italia. Una volta ha detto che i matrimoni gay e l’immigrazione di massa minacciavano di cancellare le tradizioni italiane ed è tenacemente contrario all’aborto.

“No a un presidente omofobo pro-Putin”, recitava uno striscione esposto alla Camera dai deputati Rachele Scarpa e Alessandro Zan, del PD, prima che gli uscieri di Montecitorio lo tirassero giù.

Fontana ha anche chiesto l’abrogazione di una legge antifascista e antirazzista del 1993 che, tra le altre cose, rende reato la propaganda di “idee basate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico”.

Il deputato leghista ha ripetutamente chiesto che vengano revocate le sanzioni della Ue alla Russia decise in seguito all’annessione della Crimea nel 2014.

Nel 2018 ha dichiarato: “Da parte mia sono stato favorevolmente impressionato da tante dichiarazioni di Putin e dal grande risveglio religioso cristiano registrato nel paese”.

(Angelo Amante, in redazione Stefano Bernabei, editing Sabina Suzzi)

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