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Le Strutture di Stoccaggio Raggiungono La Capacità

Da
Barry Norman
Aggiornato: Mar 17, 2015, 18:36 GMT+00:00

Greggio WTI e Brent nuovamente in ribasso, il WTI perde 6 centesimi mentre il Brent regista un calo di 14 centesimi poiché i trader stanno metabolizzando

Le Strutture di Stoccaggio Raggiungono La Capacità

Le Strutture di Stoccaggio Raggiungono La Capacità
Greggio WTI e Brent nuovamente in ribasso, il WTI perde 6 centesimi mentre il Brent regista un calo di 14 centesimi poiché i trader stanno metabolizzando le recenti dichiarazioni EIA, dichiarazioni che hanno mostrato come la capacità di stoccaggio degli Stati Uniti stia raggiungendo la sua massima capacità. Il greggio WTI è scambiato a 46.08$ mentre il Brent é negoziato a 54,00$. Ieri il combustibile europeo posta un lieve rialzo, tuttavia, nel corso della giornata restituisce parte dei guadagni iniziali stabilizzandosi al di sotto dei 54$ al barile nella sessione di martedì poiché l’eccesso dell’offerta ha pesato sul mercato.

I prezzi dall’altro lato dell’Atlantico si muovono in ribasso per il sesto giorno consecutivo stabilizzandosi leggermente al di sopra dei minimi degli ultimi sei anni, mantenendo lo sconto col Brent in prossimità dei 10$ al barile, una tendenza che secondo gli analisti potrebbe intensificarsi. A tale proposito, Morgan Stanley afferma:” il mercato del greggio sta vivendo un eccesso dell’offerta, eccesso dovuto anche al successo dello scisto in Nord America”.

Lunedì i prezzi del greggio si muovono nuovamente in ribasso. Le previsioni hanno mostrato come nell’ultima settimana le scorte di greggio siano bruscamente aumentate e Thomson Reuters cita una fonte del settore per dire che la produzione di greggio libico è salita a circa 490.000 barili al giorno, il doppio di un paio di settimane fa. Il Brent perde 1,23$ o il 2,2% per attestarsi su quota 53,44$ al barile, mentre il greggio WTI sul Nymex posta un calo di 96 centesimi ed è scambiato a 43,88$ al barile.

Nel suo rapporto mensile sul mercato del greggio, l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio mette in dubbio la validità del rally dai prezzi del greggio  postato a febbraio nel bel mezzo di un eccesso di offerta di quasi un milione di barili giornalieri sul mercato. L’Opec, ha infatti segnalato come tale rialzo sia avvenuto “nonostante l’offerta mondiale abbia continuato a superare la domanda”.

Da giugno scorso i prezzi del greggio hanno perso circa il 60% del loro valore iniziale sulla scia di un incremento delle scorte statunitensi, di una debole crescita economica globale e della decisione promossa dall’Opec di mantenere la produzione a livelli elevati nonostante il ribasso dei prezzi.

L’Opec ha tagliato le previsioni della domanda relativa alla propria fornitura di greggio e ha fatto capire che i livelli di produzione degli Stati Uniti potrebbero non stabilizzarsi fino alla fine dell’anno. Inoltre, le preoccupazioni riguardanti un possibile incremento delle scorte degli Stati Uniti, scorte che potrebbero postare livelli record per la decima settimana consecutiva e il possibile aumento della produzione di Libia e Iran, hanno aggiunto una forte pressione ribassista sul mercato. Nel suo rapporto mensile, rilasciato lunedì, l’OPEC prevede che la domanda mondiale del suo greggio scenderà a 29.19 milioni di barili giornalieri, leggermente in ribasso rispetto alle previsioni precedenti.  – leggermente verso il basso dalle stime precedenti.

Allo stesso modo, le previsioni Opec presentano solo modesti incrementi nella richiesta mondiale di greggio aumentando le stime  precedenti di 1,17 milioni di barili giornalieri e portandola e 92,37.  In confronto a tale dato, una misura generale dei mercati azionari degli Stati Uniti indica che le scorte aumenteranno di circa il 200%. La scorsa settimana il greggio ha postato un calo del 9,61%, chiudendo in ribasso per la quarta settimana consecutiva dopo che l’EIA ha mostrato una proiezione a breve termine tutt’altro che rosea per il combustibile. Stando a quanto riportato dall’EIA le esportazioni statunitensi potrebbero anche ridursi, tuttavia, la produzione non sembra voler diminuire.

I principali produttori energetici degli Stati Uniti hanno ridotto alcuni investimenti, riducendo inevitabilmente anche il numero degli impianti settimanali. Nonostante la perforazione ridotta, lunedì Goldman Sachs ha stimato che, nel quarto trimestre del 2015, la produzione di greggio  degli Stati Uniti di circa 230.000 barili giornalieri rispetto ai numeri riportati nello stesso periodo dello scorso anno.

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