Pubblicita'
Pubblicita'

Le sorprendenti dichiarazioni del ministro del petrolio saudita spingono il petrolio in ribasso

Da
Barry Norman
Pubblicato: Apr 14, 2016, 09:21 GMT+00:00

In vista della riunione di domenica a Doha, le dichiarazioni di mercoledì rilasciate dal ministro del petrolio Saudita Ali Al-Naimi riducono le

Le sorprendenti dichiarazioni del ministro del petrolio saudita spingono il petrolio in ribasso

In vista della riunione di domenica a Doha, le dichiarazioni di mercoledì rilasciate dal ministro del petrolio Saudita Ali Al-Naimi riducono le probabilità di un accordo sui livelli di produzione di greggio. Interrogato in merito, Al-Naimi avrebbe risposto: “lasciamoci alle spalle questo argomento” (fonte: ITA). Queste poche parole sono bastate per mandare in subbuglio i mercati di greggio. Il WTI in mattinata lascia infatti sul terreno 53 centesimi crollando a quota 41,33, comunque ancora ampiamente sopra la gamma di situazioni precedente, mentre il Brent perde 59 centesimi e si attesta 43,59.
Giovedì a inizio giornata il prezzo dell’oro nero, il petrolio, si è mosso in ribasso quando l’OPEC ha fatto notare che il calo della domanda e l’aumento delle esportazioni dalla Russia fanno pensare – data la scarsa convinzione nell’intento di ridurre l’eccesso di produzione da parte dei partecipanti alla prossima riunione – a un accordo poco vincolante.

Nel frattempo, Goldman Sachs ha affermato che l’aumento di produttività da parte dei produttori di scisto statunitensi ha contribuito a mantenere in vita una “prospettiva deflazionistica” per il prezzo del petrolio; le aziende nel settore delle trivellazioni infatti si sono adattate ai bassi prezzi e, anziché uscire dal mercato, continuano a pompare petrolio. Secondo un articolo del Business Times, il prezzo del petrolio sarebbe sotto pressione a causa delle dichiarazioni di Aleksander Novak, ministro del petrolio russo, stando alle quali un accordo per il congelamento della produzione di petrolio – eventualmente raggiunto questo fine settimana – è destinato a risolversi in un’intesa scarsamente vincolante e poco dettagliata. A questo punto è più difficile immaginare che la riunione dei principali paesi esportatori, che si terrà domenica prossima a Doha, capitale del Qatar, riuscirà a frenare la produzione (qualcosa come 2 milioni di barili al giorno vengono infatti pompati in eccesso rispetto alla domanda).
“L’accordo non sarà formulato in maniera molto rigida, sarà più che altro qualcosa come un patto fra gentiluomini”, dice uno dei presenti a Reuters, parafrasando le parole di Novak.
Secondo Reuters “non vi sono i presupposti per la ratifica di un documento vincolante. Si tratterà più che altro di una dichiarazione di principi, di un comunicato”. Con il dissolversi delle speranze di un accordo vincolante per un congelamento della produzione da parte dei paesi esportatori di petrolio, gli analisti rivolgeranno lo sguardo al settore petrolifero statunitense per vedere se il calo di trivellazioni porterà a una contrazione della produzione.

Anche qui negli Stati Uniti, comunque, la produzione dovrebbe rimanere superiore alle previsioni di molti. “L’aumento di produttività di scisto rimane un fattore chiave per le previsioni deflazionistiche a lungo termine sul mercato del petrolio” sostiene Goldman Sachs. “La nostra analisi sulla produttività di scisto… sono ampiamente in linea con le nostre aspettative, per un incremento anno su anno del 3%-10% “.
I mercati asiatici si muovono su terreno positivo: secondo alcune testate giornalistiche, Russia e Arabia Saudita avrebbero raggiunto un accordo per il congelamento della produzione in vista della riunione dei paesi produttori che si terrà il 17 aprile. La notizia ha favorito il mercato del petrolio greggio spingendolo verso i massimi degli ultimi quattro mesi, per poi cedere terreno dopo le sorprendente dichiarazioni di fine giornata.
Secondo CNBC, in seguito ai dati ufficiali Usa contrastanti, che segnalano un incremento di scorte superiore alle aspettative, un aumento della domanda di benzina e un calo della produzione di petrolio, il petrolio ha ceduto il terreno guadagnato. Secondo i dati raccolti dall’Agenzia di Informazione sull’Energia USA, la scorsa settimana le riserve di petrolio greggio sarebbero aumentate di 6,6 milioni di barili, portando il totale a 536,6 milioni di barili.

Sull'Autore

Pubblicita'