I mercati globali delle valute hanno risposto con pessimismo alla decisione del presidente Bce di lasciare inalterati gli stimoli monetari sino al 2015.
Il cross EUR/USD ha bruciato i suoi ultimi guadagni dopo che due funzionari dell’Eurotower hanno affermato che l’istituto di Francoforte aspetterà il prossimo mese per decidere se varare un programma di acquisto asset tale da includere anche i titoli pubblici. Lo yen si è portato al di sotto dei 120 dollari Usa per la prima volta dal giugno 2007 dopo che la decisione delle autorità monetarie di incrementare gli stimoli monetari e quella dei vertici politici di ritardare il secondo rialzo dell’iva hanno evidenziato i rischi che corre l’economia del Giappone.
Lo yen ha perso circa il 9% da quando lo scorso 31 ottobre la Banca del Giappone ha deciso di incrementare la base monetaria di 80 trilioni di yen l’anno e il premier Abe ha rimandato di 18 mesi il secondo rialzo dell’iva dopo che quello scattato in aprile ha fatto sprofondare il paese in una nuova recessione. Abe è convinto di poter conseguire una vittoria schiacciante alle prossime elezioni politiche del 14 dicembre. Frattanto il cross USD/JPY è scambiato a 119,97 e dovrebbe rompere al di sopra della barriera degli 1,20 entro la chiusura della sessione odierna.
Il dollaro Usa sta lentamente recuperando terreno dopo le perdite di ieri per via della decisione Bce. L’indice DX è lievitato di 6 punti sino a 88,72; negli ultimi tre mesi la banconota verde è cresciuta del 3,8% contro le sue 16 principali controparti valutarie per via delle voci secondo cui la Fed è pronta a ritoccare i tassi con l’avvento del nuovo anno. Se le buste paga dovessero stamparsi al positivo, il cross dollaro-yen continuerà a salire benché stiamo per avvicinarci alla conclusione del rally. Stando a un sondaggio di Bloomberg News pubblicato in vista del dato ufficiale del Dipartimento del Lavoro, nel mese di novembre gli Usa hanno creato 230mila nuovi posti di lavoro dopo i 214mila di ottobre. Se così fosse, significherebbe che è dallo scorso febbraio che le buste paga crescono di oltre 200mila unità ogni mese. Secondo i Bloomberg Correlation-Weighted Indexes, negli ultimi 3 mesi il dollaro è lievitato del 7% per realizzare la migliore performance fra le 10 principali valute del globo.
Draghi ha aumentato le probabilità che presto assisteremo anche a un QE europeo pur affermando che la Bce prenderà questa decisione soltanto dopo aver valutato le condizioni economiche dell’Eurozona al principio del 2015. A seguito della conferenza stampa di Draghi, l’euro si è immediatamente apprezzato sino a 1,2446 prima di cedere quasi tutti i propri guadagni e aprire la sessione odierna a 1,2382.
Le divise legate al costo delle materie prime si sono indebolite non appena appresa la notizia che la Bce non avrebbe incrementato gli stimoli. L’AUD è scambiato a 0,8384 mentre il Kiwi a 0,7780 e il CAD a 1,1393. Draghi disporrà così di svariate settimane per convincere tutti gli altri componenti del Consiglio della necessità di lanciare un alleggerimento quantitativo, per poi valutare le condizioni economiche di Eurolandia al principio del prossimo anno.