Pubblicita'
Pubblicita'

Le opinioni di FMI, Banca Mondiale e IEA sul petrolio in vista della riunione di Doha

Da
Barry Norman
Pubblicato: Apr 15, 2016, 08:14 GMT+00:00

Il mercato del petrolio continua il suo percorso al rialzo, ora che i ministri del petrolio e i rappresentanti dei Governi di tutto il mondo sono in

Le opinioni di FMI, Banca Mondiale e IEA sul petrolio in vista della riunione di Doha

Il mercato del petrolio continua il suo percorso al rialzo, ora che i ministri del petrolio e i rappresentanti dei Governi di tutto il mondo sono in viaggio per il Medioriente in vista della “speciale” riunione dei produttori. Il WTI guadagna 9 centesimi salendo a 41,59 mentre il Brent ne guadagna sette e si attesta a quota 43,92. La maggior parte dei trader non si aspetta risultati significativi da questa riunione. Alcuni arrivano persino a sostenere che, se i paesi produttori dovessero raggiungere un accordo per il congelamento della produzione, per osservare una riduzione dell’eccesso dell’offerta globale bisognerà aspettare il 2020. OilPrice fa notare che i titoli dei giornali, in seguito alla diffusione del rapporto dell’Opec sul mercato del petrolio di aprile, parlano in generale di “un’OPEC preoccupata per la domanda globale di petrolio” o simile tanto che, nonostante uno scenario di mercato complessivamente positivo, il 13 aprile il prezzo si è mosso in leggero ribasso.
Ebbene, la domanda globale di petrolio preoccupa anche per me, per questo sono andato a leggermi questo rapporto. È evidente che la commodity in questione non registra mai delle buone performance in presenza di un’economia stagnante o in recessione – ma questo vale per ogni altra commodity, o qualsiasi altro bene, ad eccezione forse delle vendite di alcol. Ad ogni modo, ciò che mi preoccupa è capire fino a che punto la domanda globale di petrolio e, più in generale, la crescita globale del Pil, preoccupino l’OPEC. Indovinate un po’? Abbiamo scoperto che nonostante l’insistenza delle lobby degli ambientalisti, l’attività economica mondiale dipende fortemente dal consumo di idrocarburi, e viceversa.
Ad ogni modo, ciò che ho trovato nel rapporto sono non tanto i timori rispetto alla crescita del Pil in diverse regioni del mondo (sebbene presenti e prese in esame), quanto piuttosto la previsione sottostante di un imponente rimbalzo dell’attività nei settori di petrolio e gas nel corso della seconda metà del 2016! Per estensione, perché si verifichi un rimbalzo della produzione dei paesi non OPEC, il cartello deve aver previsto un forte aumento dei prezzi del petrolio a partire proprio da subito.

Il presidente della Banca Mondiale Jim Yong Kim si dice preoccupato per la debolezza dell’economia globale e per il calo del prezzo del petrolio, prendendo anche in considerazione la disputa attorno all’utilizzo di conti offshore da parte di alcuni facoltosi personaggi, spesso allo scopo di evitare il pagamento delle tasse. Kim ha esternato la propria preoccupazione in vista dell’importante riunione fra esponenti della FMI e della Banca Mondiale di questo fine settimana. Secondo Stephen Letts, giornalista della ABC news, l’Agenzia Internazionale per l’Energia si espresse in maniera piuttosto chiara riguardo la possibilità che il confronto fra i più importanti paesi produttori di petrolio che si terrà questo fine settimana a Doha possa concludersi con un nulla di fatto – dato che il principale argomento di discussione è il congelamento della produzione a livelli di gennaio.

Nel rapporto mensile sul mercato del petrolio pubblicato quattro giorni prima della riunione di Doha, la IEA nota che un congelamento della produzione avrebbe al massimo un impatto limitato sull’eccesso di offerta, responsabile del crollo del prezzo del petrolio.
Val la pena notare che, imponendo un tetto ai livelli di gennaio – il risultato migliore ipotizzabile considerando la pressione a cui sono sottoposti i paesi produttori di petrolio- la produzione rimarrebbe sostanzialmente a livelli record.
Le previsioni “conservative” della IEA – che si basano su un incremento marginale dell’offerta da parte dei paesi Opec – parlano di un forte surplus nella prima metà del 2016, pari a 1,5 milioni di barili al giorno, destinato a scendere a 200.000 barili al giorno sia nel terzo e quarto trimestre.
In altre parole, nonostante il miglioramento, l’offerta è destinata a superare la domanda di oltre 1 milione di barili la settimana. “Nel caso in cui venga raggiunto un accordo, comunque, difficilmente porterà rapidamente a un riequilibrio il mercato del petrolio – specialmente se prendiamo in considerazione la prima metà dell’anno” sostiene la IEA.
Il clima di ottimismo – che nel mese in corso ha spinto il prezzo del petrolio in rialzo di quasi il 15% – comincia a dissolversi e il mercato sembra essersi adagiato su qualcosa di simile a un “altopiano” di breve termine, lasciando sul terreno l’1% circa overnight dopo diverse sessioni in netto rialzo.
Fondamentale affinché il timore crescente che la riunione dei 13 paesi produttori si concluda domenica senza un accordo costruttivo è che l’Arabia Saudita e l’Iran concedano spazio a sufficienza per la sigla di un’intesa.

Sull'Autore

Pubblicita'