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Le fosche previsioni del Fmi mettono in allarme i trader

Da
Barry Norman
Pubblicato: Oct 8, 2014, 19:32 GMT+00:00

Il dollaro Usa recupera terreno durante la sessione asiatica ed è scambiato a 85,98, con i trader che aspettano la pubblicazione dei verbali dell’ultima

Le fosche previsioni del Fmi mettono in allarme i trader

Il dollaro Usa recupera terreno durante la sessione asiatica ed è scambiato a 85,98, con i trader che aspettano la pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione Fomc (pubblicazione attesa nel corso della sessione nordamericana). Dopo che il Fondo Monetario Internazionale ha reso note le proprie previsioni di crescita globale al punto da far impennare immediatamente la domanda per asset sicuri, lo yen è schizzato sin quasi al massimo dell’ultimo mese. Secondo l’Fmi, nel 2015 l’economia globale crescerà del +3,8%, dunque rivedendo al ribasso le stime di luglio (espansione del +4%), mentre la crescita del 2014 si attesterà al +3,3%. La congiuntura attuale è peggiorata sensibilmente rispetto a quanto predetto dallo stesso Fmi due anni e mezzo fa, laddove sarebbe esclusivamente l’economia statunitense – in netta ripresa – ad agire da traino per un’economia globale zavorrata dalle difficoltà di Eurozona, Brasile, Russia e Giappone. Un rapporto di Bloomberg sostiene che il quadro dipinto dal Fondo non fa che rinvigorire quanto già detto la scorsa settimana dal suo direttore Lagarde, la quale affermò che i responsabili politici ed economici sono chiamati a intervenire tempestivamente per contrastare un periodo prolungato di crescita debole, definendo questo particolare trend come “mediocre”. Il rapporto del Fmi afferma infatti che stimolare la crescita nelle economie emergenti e in quelle avanzate “deve rimanere una priorità”. Ieri il dollaro Usa è finito in territorio negativo, cedendo circa lo 0,3% mentre si rinnovava il dibattito circa il momento in cui la Fed avrebbe finito per rialzare i tassi, soprattutto dopo l’ottimo rapporto occupazionale della scorsa settimana. Sentimenti di mercato ribassisti hanno portato al rialzo della domanda di valute dal basso rendimento, mentre gli ottimi dati economici statunitensi e le previsioni di crescita da parte del Fmi per l’economia Usa (+2,2% nel 2014 e +3,1% nel 2015) hanno impedito che la banconota verde incappasse in perdite più dolorose.

Le valute di Australia e Nuova Zelanda sono crollate dopo che un rapporto curato da HSBC ha evidenziato il rallentamento della crescita del settore terziario cinese. La Cina dovrebbe veder crescere la propria economia del + 7,4% quest’anno e del +7,1% nel 2015, di fatto confermando le previsioni di luglio. L’AUD ha ceduto 26 punti dopo che la Rba ha annunciato di mantenere inalterati tassi e orientamenti della propria politica monetaria. I dati di stamattina hanno evidenziato una crescita dei nuovi posti di lavoro australiani inferiore alle attese, nello stesso frangente in cui la revisione al ribasso delle stime di crescita del paese ha finito per sospingere verso il basso le quotazioni del dollaro australiano, ora scambiato a 0,8788. Il Kiwi si è mossi di conserva, cedendo 29 punti e finendo per essere scambiato a 0,7801.

Lo yen giapponese è scambiato a 108,32 in rialzo di 18 punti dopo che il dollaro statunitense ne ha guadagnati 21 in aperture di sessione. Ieri la divisa nipponica si è apprezzata di circa lo 0,7% dopo che è aumentata l’avversione al rischio fra i sentimenti di mercato (la quale è solita portare a un innalzamento della domanda per le valute dal basso rendimento). Il saldo delle partite correnti del Giappone ha chiuso il mese di agosto con un surplus di 0,13 trilioni di yen, incrementando il precedente surplus che si era fermato a 0,10 trilioni.

Nel corso della sessione asiatica l’euro ha ceduto 40 punti, con i trader molto preoccupati per i contenuti del rapporto Fmi, che ha rivisto al ribasso la crescita europea ed evocato lo spettro di una nuova recessione. L’euro è scambiato a 1,2629, sospinto verso il basso da dati economici regionali assolutamente deludenti e sentimenti di mercato ribassisti. La produzione industriale tedesca si è frattanto contratta del 4% nel corso del mese di agosto, dopo che a luglio era cresciuta del +1,6%.

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