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Le Considerazioni finali del Governatore Visco all’Assemblea dei Partecipanti

Da
Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: May 26, 2015, 18:18 GMT+00:00

Appare ottimista, il Governatore Bankitalia Visco, all'assemblea annuale di Via Nazionale. Esordisce parlando di segnali positivi per l’occupazione, di

Le Considerazioni finali del Governatore Visco all’Assemblea dei Partecipanti
Le Considerazioni finali del Governatore Visco all'Assemblea dei Partecipanti

Appare ottimista, il Governatore Bankitalia Visco, all’assemblea annuale di Via Nazionale.

Esordisce parlando di segnali positivi per l’occupazione, di mercato del lavoro che si orienti verso contratti più stabili, aggiungendo come “la forte espansione delle assunzioni a tempo indeterminato nei primi mesi del 2015, favorita anche dai consistenti sgravi fiscali in vigore da gennaio, è un segnale positivo; suggerisce che con il consolidarsi della ripresa l’occupazione potrà crescere e orientarsi verso forme più stabili”.

Un incipit di buon auspicio per il Bel Paese, che, secondo il Governatore, avrebbe più di un motivo per sorridere al proprio mercato del lavoro, nonostante, ammonisca che sia necessario aspettare per trarre conclusioni: “I recenti provvedimenti di riforma del mercato del lavoro hanno esteso i meccanismi di sostegno del reddito dei disoccupati e ridotto, per i nuovi contratti, il disincentivo alle assunzioni a tempo indeterminato connesso con l’incertezza sugli esiti della risoluzione dei rapporti di lavoro. Una valutazione compiuta degli effetti di questi provvedimenti è prematura”.

È un fiume in piena, il Governatore Visco, il quale, prendendo le mosse dal lavoro e dall’occupazione, prima di toccare altri ambiti ugualmente importanti, vuole rassicurare la platea sulla complessa questione greca, la cui eco ha spesso spaventato il pubblico nostrano, affermando che il contagio sia meno pressante grazie al rafforzamento del sistema e agli interventi della BCE, ma d’altra parte, non manca di ricordare come la stessa non vada sottovalutata: ”la crisi greca ha avuto finora un impatto limitato ma l’incertezza alimenta tensioni gravi, potenzialmente destabilizzanti”.

Tornando dentro confini strettamente nazionali, opera una disamina sull’economia italiana, spiegando come “all’accelerazione delle esportazioni” si stia accompagnando “un recupero della domanda interna”, si assiste al rialzo della spesa delle famiglie, specialmente per beni durevoli, anche grazie alle migliori prospettive del reddito disponibile; continua sostenendo il progresso degli investimenti e il loro consolidamento in tutto il 2015.

Proprio seguendo questo trend, il Governatore fornisce i dettagli dell’economia italiana: ”L’aumento del PIL nel primo trimestre interrompe una lunga fase ciclica sfavorevole; proseguirebbe nel trimestre in corso e in quelli successivi, in un contesto ancora difficile: la politica di bilancio ha cercato un equilibrio fra rigore e sostegno dell’economia, in conformità con i margini di flessibilità esistenti nelle regole europee, mantenendo negli ultimi anni il disavanzo entro il 3 per cento del PIL”.

Non mancano chiarimenti su rapporti causa-effetto e criticità ben lungi dall’essere oltrepassate: “Dopo gli interventi fortemente restrittivi imposti dalla crisi di fiducia del 2011 è stato appropriato dosare le azioni di consolidamento di bilancio per non ostacolare la ripresa”, con il rischio che la stessa non abbia quella portata così rilevante da soddisfare le esigenze di occupazione nel Sud: qui servirebbero maggiori investimenti, sia pubblici che privati, per l’ammodernamento urbanistico, la salvaguardia del territorio e la valorizzazione del patrimonio culturale.

Capitolo crescita: perché questa sia stabile e proporzionale alle prospettive lavorative, è necessario “proseguire nello sforzo d’innovazione necessario per adeguarsi alle nuove tecnologie e alla competizione a livello globale, con una rinnovata capacità di competere delle imprese italiane”, coadiuvata “da una crescita in volume delle esportazioni di beni maggiore di quella della domanda sui nostri mercati di sbocco, in particolare quelli esterni all’area dell’euro”.
Qui Visco lancia una stoccata, ammonendo sulla natura alla base del forte contrasto tre imprese efficienti e non efficienti: le prime hanno aumentato le vendite sui mercati esteri, investito e realizzato innovazioni, le seconde sono colpevoli del primato di un deficit d’innovazione e un mancato affrancamento da strutture organizzative ormai obsolete e non al passo con la modernità.

A conclusione della lunga analisi del n.1 di Bankitalia, riportata qui per sommi capi, si rende necessaria la riflessione sul credit crunch, vera piaga che alimenta un buco nero dai risvolti inquietanti. Secondo Visco, è bene incentivare il quantitative easing della BCE, ma è opportuno che si faccia attenzione ai criteri in corso “per fissare gli obiettivi di capitale delle banche”, in quanto questi dovranno evitare “in questa fase di incerta ripresa, di attenuare la capacità complessiva di erogare credito all’economia”. Questo perché un “riequilibrio troppo rapido dei bilanci bancari finirebbe per avere effetti prociclici sull’economia rischiando di innescare circoli viziosi tra riduzione del credito e indebolimento dell’attività produttiva”.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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