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L’API Mostra Un Incremento Della Produzione Statunitense Prima Del Rapporto EIA

Da
Barry Norman
Pubblicato: Dec 10, 2014, 15:09 GMT+00:00

Il mercato del greggio si muove fortemente al ribasso poiché i trader optano per i "beni di rifugio". Il calo del dollaro statunitense non è servito a

L’API Mostra Un Incremento Della Produzione Statunitense Prima Del Rapporto EIA

Il mercato del greggio si muove fortemente al ribasso poiché i trader optano per i “beni di rifugio”. Il calo del dollaro statunitense non è servito a molto, infatti il greggio WTI perde 90 centesimi ed è negoziato a 63,93$ mentre il Brent posta una perdita di 75 centesimi per attestarsi su quota 66,00$. Questa mattina i future del greggio degli Stati Uniti si muovono al ribasso sul retro del rilascio dei dati industriali, numeri che hanno mostrato un aumento inatteso delle scorte di greggio nel più grande consumatore mondiale. La scorsa settimana le scorte di combustibile statunitense sono aumentate di 4,4 milioni di barili raggiungendo i 377,4 milioni di barili contro il calo di 2,2 milioni di barili stimato dall’American Petroleum Institute. Le scorte di greggio di Cushing, Oklahoma, postano un incremento di 921.000 barili. Detto questo, segnaliamo come nella tarda giornata di oggi verrà rilasciato il rapporto d’inventario EIA.

In un simile scenario, l’Opec potrebbe convocare una riunione d’emergenza prima dell’incontro previsto per giugno, riunione volta a contrastare il surplus delle scorte e il calo dei prezzi. Il governo degli Stati Uniti ha rivisto al ribasso le sue previsioni per la crescita della produzione nazionale del 2015 apportando un taglio di 100.000 barili e riducendo le previsioni per la crescita globale della domanda di greggio di 240.000 barili giornalieri.

Non abbiamo assistito a nessun rilascio di dati fondamentali che avrebbero potuto spingere I prezzi del greggio al rialzo, l’unica eccezione può essere attribuita alle dichiarazioni di alcuni produttori di Scisto che non escludono la possibilità di apportare un taglio della produzione.  Tuttavia, mercoledì mattina, il greggio si muove al ribasso perdendo in media lo 0,5% in entrambi i parametri di riferimento, pertanto, riteniamo che i mercati potrebbero ampliare le proprie perdite tanto nella sessione europea quanto in quella statunitense.

Ieri, un funzionario iraniano ha mostrato come una solidarietà tra i membri dell’OPEC possa in qualche modo contenere i prezzi del greggio. Detto questo, segnaliamo come una lettura più debole del previsto dei dati CPI/PPI cinesi e il rapporto del più grande settore privato dell’API continuino ad esercitare una forte pressione sul prodotto. Stando a quanto dichiarato dall’API, la scorsa settimana le scorte di greggio degli Stati uniti hanno postato un incremento di 4,4 milioni di barili. La produzione continua a mostrare livelli record, inoltre, temperature climatiche al di sopra della media stagionale continuano ad esercitare una forte pressione ribassista anche sui distillati.

Negli Stati Uniti, le compagnie petrolifere continuano a perforare al tasso più alto degli ultimi 30 anni nonostante il forte calo della domanda europea e cinese. Infatti, nella settimana terminata il 5 dicembre, il giacimento dei servizi di petrolio sito a Houston, ha mostrato un incremento netto di 3 impianti attivi di perforazione che, attualmente, raggiungono i 1,575.

Tuttavia, ricordiamo come il 27 Novembre, l’Opec ha dichiarato di non voler ridurre i livelli di produzione che attualmente si attestano su quota 30 milioni di barili giornalieri. Nonostante le suppliche dei membri più poveri come il Venezuela e la Libia, l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio ha esaudito le richieste dell’Arabia Saudita e degli altri produttori di greggio del Golfo Persico, tutti membri particolarmente ricchi.

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