Marine Le Pen, la presidente del Front National, non soltanto una politica, ma anche un'avvocatessa e potrebbe conquistare la Francia a 48 anni: una
Marine Le Pen, la presidente del Front National, non soltanto una politica, ma anche un’avvocatessa e potrebbe conquistare la Francia a 48 anni: una giovane a confronto con gli altri politici. Sarkozy, Fillon e Hollande hanno tutti 62 anni. Soltanto Macron, esponente del centrosinistra, è più giovane di Le Pen, con 39 anni di età.
Marine Le Pen è nota anche come Marine 2017, nel vago tentativo di differenziarla da suo padre Jean-Marie Le Pen, che fondò il Front National e lo presiedette per più di quaranta anni, prima che, nel 2011, gli succedesse la figlia. Una famiglia certamente interessante, se si considera che, negli anni Ottanta, la madre di Marine Le Pen posò per Playboy, dopo avere abbandonato il marito nel tentativo di distruggere la sua carriera politica.
Nel 2004, Marine venne eletta al Parlamento europeo, nel 2011 successe a suo padre alla guida del Front National e, nel 2016, Politico l’ha giudicata secondo deputato europeo più influente dopo Martin Schulz, presidente del Parlamento prima di dimettersi per candidarsi contro Merkel in Germania.
La presidente del Front National ha veramente conquistato la politica francese. Il processo è stato lungo, se si considera che il partito di Le Pen è arrivato terzo alle elezioni del 2012, con appena il 17,9% dei voti. Nonostante ciò, l’allargamento del consenso con Marine è stato evidente, considerato che, nel 2002, suo padre Jean-Marie aveva ottenuto soltanto il 16,86% dei voti.
Oggi, i sondaggi danno il Front National in testa, prevedendo che conquisti il 26,1% dei voti al primo turno, mentre gli altri due candidati, Macron e Fillon, sono testa a testa, rispettivamente al 20,0% e al 19,5%. (Fonte: The Economist).
L’allargamento del consenso di cui giovano Le Pen e il Front National è frutto di una ripulitura dell’immagine del partito, tradizionalmente associato all’estremismo e al razzismo.
Alla fine del 2016, Jean-Marie Le Pen andò persino in tribunale per contestare la sua espulsione dal Front National, dovuta ad alcune sue infiammate dichiarazioni con cui contestava la progressiva moderazione del partito. Intanto, la campagna di presa di distanze dell’estremismo continuava. Molti accusano Marine di avere portato il partito su posizioni più centriste. A ogni modo, se confrontata con quella degli altri partiti che corrono alle elezioni del 2017, la piattaforma del Front National rimane estremista.
La vittoria di Trump dell’8 novembre ha prodotto un gran numero di comparazioni tra il nuovo presidente degli Stati Uniti, le sue politiche e Marine con il suo programma. Vi sono indubbiamente delle somiglianze, se si considerano la centralità della legge e dell’ordine, la sovranità nazionale, le posizioni intransigenti sull’immigrazione e le posizioni protezioniste. Tuttavia, vi è una notevole differenza: l’opposizione del Front National alle élites. Sarebbe difficile per Trump adottare una posizione simile, considerati il suo passato e gli ambienti che gli sono affini.
A ogni modo, Marine Le Pen è stata tra i primi a congratularsi con Trump per la sua sorprendente vittoria che, con la Brexit, rappresenta un chiaro segno delle opinioni del corpo elettorale circa l’immigrazione, l’identità nazionale e la necessità del cambiamento.
Da quando i sondaggi danno il Front National sempre più distante dagli altri partiti nella corsa delle presidenziali, si discute sempre più del recesso della Francia dall’UE. Qualora vincesse alle elezioni del 7 maggio, Le Pen si è, infatti, impegnata a indire un referendum sulla permanenza della Francia nell’Unione Europea. Come Trump ha promesso di restituire “l’America agli Americani”, così Le Pen vuole riconsegnare “la Francia ai Francesi”.
Ultimamente, i voti dei moderati paiono sempre più transitare nel Front National, rendendo più incerto l’esito del primo turno delle elezioni, che si terrà il 23 aprile. Tra i principali fattori di tale spostamento, vi sono certamente gli attentati terroristici che hanno colpito la Francia e la crescente tensione razziale. La terza generazione di Francesi di origine algerina e marocchina sono ora considerati una generazione perduta, frustrata, abbandonata in periferie sempre più a rischio di anarchia ove la polizia deve affrontare enormi difficoltà.
Per ottenere il consenso di quanti chiedono il ritorno della legge e dell’ordine, Le Pen ha promesso di schierare 15000 poliziotti in più nelle strade. La candidata del Front National si è poi impegnata a bandire organizzazioni ed espellere stranieri collegati al radicalismo islamico, chiudere le moschee sospette di estremismo, porre fine ai finanziamenti esteri e, quando necessario, privare della cittadinanza francese i detentori di doppio passaporto.
La risposta di Hollande alle affermazioni di Trump sull’Europa e, in particolare, su Parigi, riflette forse lo stato delle cose. Nella giornata di venerdì, Trump ha dichiarato che Parigi non è più Parigi, attribuendo la frase a un amico preoccupato di visitare la capitale francese per paura di nuovi attacchi terroristici. Hollande ha condannato queste affermazioni. Intanto, il Front National denuncia che i media francesi sono sempre più attenti nella selezione delle notizie, perché manipolati da quelle élites che temono di venire sconfitte alle elzioni.
Le ragioni del crescente successo di Le Pen e del suo primato nei sondaggi sono numerose. Tuttavia, la classe politica francese non ha ancora da temere, poiché è ancora probabile che Fillon o Marcon vincano al secondo turno. Tuttavia, la vittoria di Le Pen al primo turno non viene esclusa da nessuno dei suoi avversari. Al secondo turno, il problema di Le Pen sarebbe costituito dal consolidamento dei voti della prima tornata elettorale. Preoccupati dall’estremismo del Front National, moderati e indecisi potrebbero, infatti, votare per l’avversario di Le Pen, chiunque sia, Macron o Fillon. Molto probabilmente, a maggio, sarà Macron a fronteggiare Le Pen.
Sui mercati, le ultime settimane hanno visto una crescente propensione ai beni rifugio. Il primato di Le Pen nei sondaggi ha contribuito al rimbalzo dell’oro e all’andamento negativo delle borse europee, verificatosi nonostante il miglioramento degli indicatori economici e il rifiuto della Bce di riconoscere e rispondere all’aumento dell’inflazione all’inizio del 2017.
Dopo essere stati sorpresi dalla Brexit e dalla vittoria di Trump, i mercati hanno imparato la lezione: mai sottovalutare la domanda di cambiamento degli elettori.
La storia della Francia e il suo sistema elettorale, che mira a impedire la vittoria di candidati estremisti, suggerirebbero di no. Tuttavia, le ultime elezioni hanno registrato degli autentici shock. Sebbene non vi siano precedenti, Le Pen potrebbe attrarre i voti dei sostenitori dei candidati perdenti al primo turno. Più scandali, più disordini e la crescente minaccia terroristica giocherebbero a favore di Le Pen. A ogni modo, sarebbe una vittoria inaspettata e i mercati risponderebbero di conseguenza, ossia con un’ondata di panico che vedrebbe l’oro come principale bene rifugio a spese dell’euro e delle borse europee.
Il voto per Le Pen non significherebbe soltanto cambiamento, ma anche recesso dall’UE, che porrebbe in dubbio il futuro dell’Eurozona e la stabilità dell’Unione Europea.
Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.