Stamattina, non appena proclamata la vittoria degli unionisti, la sterlina è balzata verso l’alto di 76 punti per essere scambiata a 1,6471, dopo che i
È apparso subito evidente come il fronte indipendentista fosse destinato alla sconfitta dopo che uno dopo l’altro i vari distretti elettorali sanzionavano il trionfo del “No”; e persino Glasgow, dove le previsioni puntavano a un’ampia maggioranza per i “Sì”, ha finito per consegnare agli indipendentisti una vittoria ben più contenuta di quella inizialmente preventivata. Nel complesso, l’affluenza ai seggi ha toccato punte da record. La BBC e il The Guardian sostengono che a questo punto la Scozia metterà una volta per tutte nel cassetto il sogno indipendentista. Le percentuali definitive premiano il “No” con il 54% dei consensi, mentre il “Sì” si è fermato al 46%.
Nel momento stesso in cui è parsa cosa ormai certa la vittoria degli unionisti, la sterlina è schizzata verso l’alto di 125 punti, prima che gli ultimi dati economici del Regno Unito la ridimensionassero lievemente e i mercati si concentrassero su nuovi eventi. Il primo ministro David Cameron ha commentato l’esito del referendum già stamattina, mentre la regina rilascerà un commento scritto nel corso del pomeriggio, mettendo la parola fine all’annosa questione (oppure congelandola per i prossimi 15 anni almeno).
Nel corso della sessione odierna, gli indici asiatici viaggiano in territorio positivo grazie alla buona chiusura dei mercati statunitensi. L’indice S&P 500 ha chiuso ieri in rialzo a 2011,36 (+0,49%), mentre il dollaro Usa ha scavalcato il livello 84,40 dopo esser cresciuto di 1 punto beneficiando dell’impatto più che favorevole dei verbali Fomc pubblicati ieri.
L’euro è ancora al di sopra degli 1,29, pur muovendo in negativo sino a 1,2917 dopo che un alto funzionario Bce e un membro del governo tedesco hanno esortato la Germania a fare maggiori investimenti e ridurre le imposte sul lavoro al fine di sostenere la ripresa economica dell’Eurozona.
La Germania potrebbe “impiegare le sue disponibilità finanziarie per promuovere maggiori investimenti e ridurre le imposte sui lavoratori”, hanno scritto in un articolo pubblicato quest’oggi dal Berliner Zeitung il membro del Comitato esecutivo Bce Benoit Coeure e il vice ministro del Lavoro tedesco Jorg Asmusse.
Le divise asiatiche muovono in ribasso a causa della mancanza di dati economici provenienti dalla regione, con l’Aussie che cede 36 punti sino a 0,8953, il Kiwi che ne cede 21 e lo yen che sprofonda al nuovo minimo nei confronti del dollaro Usa a 109,29. Ieri la banconota verde si è mossa in maniera contrastata nei confronti delle sue principali controparti valutarie, pur lievitando al massimo degli ultimi 6 anni contro lo yen nipponico dopo che le richieste di sussidi per la disoccupazione sono calate al minimo degli ultimi 2 mesi.