Secondo l'FMI tra cinque anni gli iberici saranno più ricchi degli italiani del 7%, ma il Ministro Padoan difende la politica economica del governo.
Il Fondo Monetario Internazionale si è espresso: secondo i dati fino ad oggi raccolti, a parità di potere d’acquisto, la Spagna tra cinque anni sarà più ricca dell’Italia del 7%. Si tratta di una conferma che segna un sorpasso epocale, soprattutto se si considera che prima della recessione, dieci anni fa, il nostro Paese era più ricco della Spagna del 10%, mentre l’economia iberica rischiava di collassare. Invece, inaspettatamente, lo scorso biennio è stato segnato da tassi di crescita del PIL prossimi al 3%, vale a dire pari a oltre il doppio rispetto al ritmo italiano.
L’impresa è stata resa possibile da una politica economica che può agire su una sovrastruttura caratterizzata da prezzi medi sensibilmente più bassi rispetto a quelli italiani e da un numero di abitanti pari a 45.6 milioni, ovvero 15 milioni in meno rispetto all’Italia. Va poi considerata una spesa sanitaria pro capite di 2374 euro contro i 2767 euro italiani e un prezzo medio al metro quadro degli appartamenti a Madrid di 2070 euro, contro i 3224 euro di Roma. Per finire, i dati sul turismo in Spagna mostrano un’affluenza da record, con oltre 82 milioni di visitatori nel solo 2017, quasi il doppio della popolazione residente: ciò ha permesso al Paese di incassare 87 miliardi di euro grazie ai turisti stranieri, mentre l’Italia si è fermata l’anno scorso a quota 40 miliardi. È anche per tutte queste ragioni che il reddito pro capite spagnolo si attesta oggi a quota 38286 dollari, superando drammaticamente quello italiano, di 38140 dollari.
Negli ultimi giorni, entrambi i Paesi sono stati convocati dalla direttrice del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, che ha rassicurato i due governi dichiarando che il debito sembra ormai essersi stabilizzato e potrebbe iniziare presto a diminuire progressivamente. Più nello specifico, secondo diverse indiscrezioni, il nostro PIL potrebbe accelerare fino a sfiorare l’1.6%, per poi rallentare nel 2020 a causa dell’effetto recessivo delle clausole di salvaguardia sull’Iva.
La modesta crescita italiana, ancor più timida se paragonata all’exploit spagnolo, è stata commentata da Ignazio Visco, l’attuale Governatore della Banca d’Italia, e da Pier Carlo Padoan.
Secondo il Ministro dell’Economia, il sorpasso della Spagna non deve generare timori nella popolazione italiana, poiché in una situazione europea tanto eterogenea è talvolta possibile che avvengano rimonte inaspettate. Ciò che è più rilevante, secondo Padoan, è la performance positiva raggiunta dall’Italia negli ultimi cinque anni, che è stata confermata dal giudizio del Fondo Monetario Internazionale. La domanda, continua il Ministro, ha iniziato a crescere grazie a una ripresa degli investimenti e all’espansione dei consumi privati. Anche le esportazioni nette sono aumentate, e l’inflazione non si discosta particolarmente dal target del 2% fissato dalla BCE.
La stima per il 2020 è quindi quella di un debito pubblico in contrazione, dal 131.8% al 123.9%, supportato da riforme strutturali intelligenti, come quella sulla ristrutturazione e ricapitalizzazione del sistema bancario. La crescita italiana, così come quella spagnola ed europea, dovrà però fare i conti con un periodo storico in cui le restrizioni commerciali rischiano di causare pesanti shock avversi all’economia globale, come conferma Ignazio Visco. Ipotesi, questa, temuta anche dal Fondo Monetario: secondo Christine Lagarde le barriere commerciali sono inefficaci, in quanto il loro impatto in termini di PIL è solo marginale, ma la loro imposizione mina profondamente la fiducia tra Paesi. Per questa ragione, il Fondo continuerà a lavorare per incoraggiare lo smantellamento delle barriere commerciali, al fine di salvaguardare uno dei più efficaci motori della crescita globale.
Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.