Pubblicita'
Pubblicita'

La situazione sui Bond delle Grandi d’Italia

Da
Lorenzo Cuzzani
Aggiornato: Mar 27, 2015, 16:59 GMT+00:00

Nel contesto finanziario presente, dove la criticità maggiore è caratterizzata dall'accesso al credito e dalla difficoltà ad investire, specie

La situazione sui Bond delle Grandi d’Italia
La situazione sui Bond delle Grandi d’Italia

Nel contesto finanziario presente, dove la criticità maggiore è caratterizzata dall’accesso al credito e dalla difficoltà ad investire, specie considerando gli alti livelli di garanzie richiesti, spicca una nuova possibilità per le diverse platee di investitori: i bond emessi dai grandi gruppi italiani.

Queste obbligazioni emesse da macro soggetti come CDP, Autostrade per l’Italia, Enel e altri offrono vantaggi non indifferenti, che risaltano facilmente: innanzitutto sono strutturate in tagli da 1.000 euro, contrapponendosi all’elemento dimensionale superiore standard della maggior parte dei bond societari che si attestano sui 50 fino ai 100.000 euro; hanno scadenze intermedie, tassi e meccanismi di remunerazione cedolare più vantaggiosi di quelli dei BTP.

Come spesso è capitato nel mondo dell’innovazione finanziaria, ci ha pensato Cassa Depositi e Presiti ad inaugurare questa nuova ondata emissoria, lanciando il bond con scadenza nel 2022 che il 20 marzo scorso è entrato nel suo primo giorno di contrattazione. A testimonianza del successo dello stesso vi è il suo prezzo, salito immediatamente a 101,35, a fronte di un rimborso a 100, con conseguente calo di rendimento teorico medio dallo 0,893% a 0,692%.
A livello impositivo, è da evidenziare la tassazione “amica” dei bond CDP, fissata al 12,5% e non al 26% come tutte le altre obbligazioni non riconducibili a emittenti controllati dal Ministero di Via XX Settembre.

Realtà consolidate in tal senso sono colossi come Enel, Atlantia e Mediobanca, attestandosi i primi su valori complessivi di 2 e 1 miliardo di euro, la seconda offrendo una vantaggiosa modalità con taglio minimo di mille euro.
Il fattore positivo sta nella salita del prezzo di queste obbligazioni, che hanno raggiunto un valore di 111,16 quelle di Atlantia e 119,92 quello di Mediobanca, nonostante il carico fiscale più stringente; appare palese come il rendimento netto di questi titoli sia inferiore ai pari scadenza governativi, ma la scelta verso i primi risiede nella diversificazione dell’investimento e non solo con la prospettiva-speranza di un guadagno maggiore.

Segue il passo Autostrade per l’Italia, il cui cda a febbraio ha approvato il lancio di prestiti obbligazionari dal valore complessivo massimo di 1,5 miliardi di euro, mentre per per i bond Rai potrebbero volerci ancora dei mesi.

La possibilità di investire su bond societari diventa fondamentale specie considerando l’aleatorietà futura dei titoli di Stato, in procinto di essere influenzati dalle politiche monetarie della BCE, che potrebbero far scendere i rendimenti mediante l’acquisto di titoli, spingendo sempre più in alto la domanda di obbligazioni societarie.
È uno scenario in divenire, ma rileva la presenza di più alternative, una contingenza davvero allettante, sempre al netto di speculatori e manipolatori del mercato.

Quello che salta all’occhio è come la finanza italiana si stia muovendo e lo stia facendo con basi solide, permettendo la diversificazione dei portafogli, quindi la diversificazione del rischio, garantendo ampia scelta relativamente agli strumenti finanziari su cui scommettere, arricchendo l’offerta di corporate bond e alimentando format di ottimizzazione attraverso politiche trasparenti.

La risposta può e deve venire, giocoforza, solo dagli investitori.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

Pubblicita'