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La ripresa non sentita dall’economia reale

Da
Lorenzo Cuzzani
Aggiornato: Jun 7, 2015, 08:56 GMT+00:00

Da una recente analisi di Confcommercio, che prende le mosse da alcune stime dell’ABI relative al mese di aprile, si evince chiaramente come nei mesi di

La ripresa non sentita dall’economia reale
La ripresa non sentita dall’economia reale

Da una recente analisi di Confcommercio, che prende le mosse da alcune stime dell’ABI relative al mese di aprile, si evince chiaramente come nei mesi di febbraio e marzo i flussi di finanziamento abbiano recepito con favore le politiche monetarie della Banca Centrale Europea, trovando benefici di valore che saranno consolidati nei mesi seguenti. Il problema è che un simile evento stenti ad abbracciare famiglie e imprese, categorie che ancora non sentono i risultati di siffatti effetti positivi.

Questo è esattamente il punto di partenza della disamina pubblicata dall’ente di Piazza Belli: ” Le stime dell’ABI confermano per il mese di aprile i segnali positivi per i nuovi flussi di finanziamento già emersi a febbraio e marzo, evidenziando un’attenuazione della stretta creditizia collegata alle politiche monetarie della BCE. Nonostante ciò, gli effetti positivi non si sono ancora trasferiti allo stock dei crediti in essere a famiglie e imprese che, ad aprile, continua a registrare un andamento negativo.”

Situazione fotografata in maniera esauriente, specie con riferimento ai dettagli del fenomeno in questione, puntualmente riportati nel report: “ in termini tendenziali, infatti, ad aprile i prestiti a imprese e famiglie sono diminuiti dell’1,5% (in attenuazione rispetto ai primi mesi del 2015) e dello 0,1% in termini congiunturali, dopo il dato lievemente positivo registrato a marzo (+0,4%) che avrebbe potuto preludere ad un cambio di direzione e che, invece, non trova ancora un adeguato riscontro.”

L’adeguato riscontro cui si riferisce Confcommercio costituisce proprio l’obiettivo primo dell’iniezione di liquidità elargita dal bazooka monetario di Draghi, i cui effetti, giova dirlo, non sono mai stati annunciati come immediati e subitanei, ma la cui portata è stata dichiarata ottimisticamente reale e destinata ad un pubblico ben definito. Quello che preoccupa è il trend segnalato da dati inconfutabili che se non possono presagire immediatezza, almeno dovrebbero individuare una base, punto di arrivo e di partenza di una ripresa che l’economia reale non percepisce.

Proseguendo nell’analisi, osservando i profili meramente finanziari, è interessante riflettere su quanto riportato sempre da Confcommercio: ” In termini congiunturali a marzo le consistenze hanno registrato un segno positivo, sia pure modesto, sia per le imprese sia per le famiglie, compresi i mutui, mentre in aprile si ritorna a una contrazione dello stock di crediti. Ancora in riduzione è risultata invece l’attività creditizia verso le imprese e le famiglie su base annua: a marzo la flessione complessiva dello stock è stata dell’1,6%. La dinamica negativa ha interessato entrambe le componenti, registrando toni più accentuati per il sistema delle imprese. I dati degli ultimi mesi evidenziano tuttavia che il trend di riduzione delle consistenze si è comunque attenuato.”

Come testimoniato dai dati di cui sopra, appare palese la contingente flessione del credito su base annua, segnale non incoraggiante per soggetti cardine del Sistema Paese come famiglie e imprese, specie considerando la contrazione dello stock di crediti del mese di aprile, che appare più un’ancora che spinga giù la nave Italia, più che sembrare una vela spiegata che la traini verso acque più tranquille.

In conclusione, riferisce Confcommercio: “ Continua però a permanere il problema dell’elevato ammontare dei crediti in sofferenza che tuttora condizionano negativamente il ripristino di condizioni di normalità nel mercato del credito. A tale riguardo si conferma la necessità di attivare al più presto iniziative straordinarie per la gestione dei crediti in sofferenza, a partire dalla costituzione di una Bad Bank di sistema.”

Ancora una volta, s’inserisce nel dialogo finanziario l’introduzione di una Bad Bank, strumento ormai imprescindibile per l’economia e la finanza nazionali, atto ad ovviare a problematiche di sistema che oggi assurgono a dimensione stringente, ma che necessitano di una risoluzione e un forte affrancamento da detta stringenza.

Salvo obiezioni di valore e dal carattere squisitamente moralistico, la Bad Bank risulta l’unico strumento odierno e moderno in grado di frapporsi fra il buco nero delle sofferenze e la risalita dell’economia reale.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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