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La Guerra Dell’Arabia Saudita Contro Il Terrore Potrebbe Cambiare Le Previsioni Del Greggio

Da
Barry Norman
Aggiornato: Jun 7, 2015, 08:56 GMT+00:00

Lunedì il mercato del greggio si muove avanti e indietro rimanendo sostanzialmente invariato. Il greggio WTI perde 5 centesimi ed è scambiato a 60,25$

La Guerra Dell’Arabia Saudita Contro Il Terrore Potrebbe Cambiare Le Previsioni Del Greggio

La Guerra Dell'Arabia Saudita Contro Il Terrore Potrebbe Cambiare Le Previsioni Del Greggio

Lunedì il mercato del greggio si muove avanti e indietro rimanendo sostanzialmente invariato. Il greggio WTI perde 5 centesimi ed è scambiato a 60,25$ mentre il Brent posta un calo di 68 centesimi per attestarsi su quota 64,89$ poiché l’attenzione è interamente rivolta sulla riunione Opec del 5 giugno. I dati rilasciati dalla Commodity Futures Trading Commission (CFTC) degli Stati Uniti hanno mostrato come la scorsa settimana gli speculatori abbiano incrementato le loro scommesse rialziste sui future del greggio WTI per la seconda settimana consecutiva. Tuttavia, gli speculatori si sono ritirati tanto dalle scommesse rialziste quanto da quelle ribassiste riguardanti il prezzo del greggio in previsione della riunione Opec che dovrebbe determinare i livelli di produzione dei prossimi sei mesi.

Inoltre, i dati rilasciati dalla Commodity Futures Trading Commission (CFTC) degli Stati Uniti hanno mostrato come nella settimana terminata il 26 maggio, le scommesse ribassiste sul WTI si siano mosse  in ribasso ad un ritmo più veloce di quelle rialziste, mentre le posizioni nette long sono aumentate per la prima volta in tre settimane. Bloomberg ha interpellato 34 analisti, tutti tranne uno, ritengono che nella riunione del 5 giugno l’Opec continuerà a favorire la quota di mercato. Secondo i dati rilasciati lunedì, le posizioni nette long del Brent si muovono in ribasso per la terza settimana consecutiva.

L’undicesimo rincaro settimanale del greggio mostra il più lungo guadagno dei future da quando, nel 1983, è iniziato il trading. Stando a quanto riportato da  Baker Hughes Inc. i trivellatori statunitensi hanno ridotto il numero degli impianti per 25 settimane testando i minimi degli ultimi 5 anni. Inoltre, nella settimana conclusasi il 22 maggio, le scorte statunitensi hanno registrato un calo di  2,8 milioni di barili per attestarsi su quota 479,4 milioni di barili. Ciononostante, le scorte rimangono in prossimità dei massimi, livelli che non si vedevano dal 1930.

Il sentimento di mercato diminuisce nel trading dei future sulla scia del ribasso dei prezzi del greggio registrato nell’odierna sessione asiatica dopo il rincaro della scorsa settimana. Persistono le preoccupazioni riguardanti l’eccesso delle scorte globali di greggio, poiché gli analisti ritengono che nella riunione Opec del 5 giugno, i ministri manterranno invariati i livelli di produzione.

Venerdì i prezzi del combustibile si muovono in rialzo sulla scia di un rapporto misto sulle scorte statunitensi. A tale proposito, ci sembra opportuno segnalare come giovedì il dipartimento dell’energia del governo degli Stati Uniti abbia rilevato un calo delle scorte di greggio e di benzina, segnalando però un incremento della produzione capace di aggravare l’eccesso delle scorte.

Continua la silenziosa guerra promossa dall’Arabia Saudita/Opec contro i produttori di scisto statunitensi, pertanto, i trader attendono ansiosamente la riunione del 5 giugno. La politica attuata, infatti, prevede una massiccia produzione di greggio nonostante l’eccessiva volatilità dei prezzi. Tuttavia, se i prezzi del combustibile dovessero postare un forte ribasso potrebbero rimanere in prossimità dei minimi anche nel 2016, scenario possibile visto che l’Arabia Saudita è senza dubbio il membro Opec più influente. La spesa saudita supera il tetto poiché il Regno cerca di ridurre l’influenza dei suoi rivali regionali “soddisfacendo” i propri cittadini, scenario che mette a dura prova le sue finanze.

La campagna militare in Yemen ripristina l’influenza regionale iraniana, inoltre l’azione antiterroristica continuerà ad esercitare una forte pressione sulle finanze pubbliche saudite impegnate a garantire la sicurezza. la produzione di greggio saudita posta nuovi massimi a 10,3 milioni di barili giornalieri, tuttavia, ancora non è chiaro come la domanda energetica interna possa continuare ad aumentare nono stante le spese eccessive. Ricordiamo inoltre come il passaggio generazionale del potere sia ancora in auge.

Un recente rapporto mensile ha rilevato come nel mese di maggio l’Opec abbia pompato 31.22 milioni di barili giornalieri, i massimi degli ultimi due anni e mezzo. Il cartello composto da 12 stati si riunirà venerdì a Vienna per decidere se mantenere o meno invariati gli attuali livelli di produzione, gravando così sui prezzi del greggio. A tale proposito, ci sembra opportuno ricordare come i prezzi del combustibile siano aumentati nonostante il calo delle piattaforme petrolifere e l’inattività di 13 impianti di perforazione

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