Nella giornata di mercoledì, la coppia USD/CNY si è mossa in rialzo per venire negoziata a quota 6,47373, guadagnando 0,00144 punti ossi lo 0,02%. Secondo
I dati ufficiali sul commercio pubblicati nella giornata di mercoledì hanno mostrato una notevole inversione di tendenza nel mese di marzo, con le esportazioni che registrano la maggiore crescita da febbraio.
Le esportazioni denominate in dollari sono aumentate dell’1,15%, in ripresa dal calo del 25,4% di febbraio, che aveva rappresentato il dato peggiore degli ultimi sette anni. Al contempo, le importazioni sono diminuite del 13,8% su base annua: la lettura è rimasta invariata rispetto al mese di febbraio. Ciò significa che, a marzo, la Cina ha registrato un avanzo commerciale di 29,86 miliardi di dollari a fronte del surplus di 32,59 miliardi di dollari di febbraio.
Dati tanto positivi hanno fatto guadagnare quasi il 2% agli indici Shanghai Composite e Hang Seng. Secondo le stime precedenti alla diffusione dei risultati, gli economisti si attendevano un incremento delle esportazioni pari al 2,5% su basse annua e una riduzione delle esportazioni del 10,2$%, con un avanzo commerciale di 30,85 miliardi di dollari.
Nella giornata di mercoledì, la coppia AUD/USD è salita a quota 0,7715, che costituisce il massimo delle ultime nove sessioni, prima di muoversi in ribasso. Il cambio ha chiuso a quota 0,7698, in rialzo di 0,0015 punti ossia dello 0,20%. Il motore dell’apprezzamento è stato costituito dall’incremento della domanda di materie prime e dai dati positivi sulla Cina.
Il principale fattore dell’aumento dei prezzi di mercoledì è rappresentato dai dati sulla Cina, migliori delle aspettative, che hanno mostrato, per il mese di marzo, una crescita delle esportazioni superiore alle previsioni.
Dato importante per l’Australia, le importazioni di minerale di ferro in Cina nel primo trimestre sono aumentate in termini di volume del 6,5% su base annua. Nello stesso periodo, le importazioni di greggio hanno registrato un incremento del 13,4% e quelle di rame del 30,1%.
Tali dati dovrebbero ulteriormente accrescere la fiducia nei prezzi delle materie prime che, nel corso di quest’anno, hanno cominciato ad aumentare dopo il crollo che ha caratterizzato il 2015. Un simile sviluppo dovrebbe sostenere il dollaro australiano, valuta legata alle materie prime.
In Australia, la fiducia dei consumatori per il mese di aprile, registra una netta contrazione, con l’indice Westpac-MI in calo del 4% a 95,1. La lettura al di sotto di 100, a significare che i pessimisti superano gli ottimisti, porta l’indice ai minimi dal settembre del 2015 – quando Malcom Turnbull è stato nominato primo ministro con l’impegno a risollevare la fiducia della nazione.
Nelle prime ore della sessione, la coppia NZD/USD si è avvicinata ai massimi degli ultimi dieci mesi, prima di scendere dal massimo intragiornaliero a quota 0,6952, con un massimo assoluto toccato il 31 marzo a quota 0,6966. Il cambio ha chiuso a quota 0,6940, in rialzo di 0,0017 punti ossia dello 0,25%. Il netto apprezzamento di martedì è stato alimentato dalla propensione verso gli asset rischiosi, come il greggio. Il successivo rialzo di oggi è stato sostenuto dai dati positivi sulle esportazioni cinesi.
Il NZD è stato, inoltre, spinto in rialzo dai dati sull’economia neozelandese, che hanno mostrato come i prezzi dei generi aumentati dello 0,5% nell’ultimo trimestre, coerentemente con le attese. Il risultato ha rafforzato le aspettative che il tasso di inflazione principale, la cui pubblicazione è prevista per la prossima settimana, possa risultare inferiore alle previsioni della Reserve Bank of New Zealand. In tal caso, è improbabile che, alla prossima riunione in calendario per questo mese, la Rbnz attui una nuova diminuzione del tasso di interesse.
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Nella giornata di mercoledì, la coppia USD/JPY si è mossa in rialzo per la seconda sessione consecutiva, mentre gli investitori continuano a riflettere sulla possibilità di un intervento della Banca del Giappone. Il cambio ha chiuso a quota 108,894, in rialzo di 0,346 punti ossia dello 0,32%.
Il rialzo delle borse asiatiche ha contribuito a far aumentare le perdite dello yen a seguito della pubblicazione dei dati positivi sul commercio della Cina, che consentono di sperare in una stabilizzazione dell’economia. Tale possibilità ha incrementato la propensione al rischio e ha sostenuto i prezzi delle materie prime. I trader dello yen hanno in gran parte ignorato le recenti dichiarazioni di alcuni esponenti del governo di Tokyo, secondo cui un rapido apprezzamento della valuta nipponica avrebbe effetti negativi. Il rialzo sperimentato dalla coppia USD/JPY nella giornata di oggi non ha sorpreso le autorità giapponesi. L’apprezzamento segnala che la domanda di dollari supera quella di yen.
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Nella giornata di mercoledì, l’incremento della domanda di asset a più alto rischio ha contribuito al rialzo della coppia EUR/JPY. Tuttavia, la gamma è stata stretta e il volume al di sotto della media. Ciò riflette un generale nervosismo circa l’apertura di posizioni su tale coppia a seguito delle massicce vendite che hanno caratterizzato le ultime cinque sessioni.
Nella giornata di mercoledì, il cambio ha chiuso a quota 123,786, in rialzo di 0,206 punti ossia del 17%. L’euro si è apprezzato sullo yen, anticipando il rialzo delle borse europee che dovrebbero seguire l’andamento delle piazze statunitensi e asiatiche, in forte crescita grazie all’aumento del prezzo del petrolio e ai dati positivi sulle esportazioni cinesi.
James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.