La BCE boicotta le banche italiane Nuvole all’orizzonte per le banche italiane. Un orizzonte che ha un nome preciso: Francoforte. Negli ultimi giorni il
La BCE boicotta le banche italiane
Nuvole all’orizzonte per le banche italiane.
Un orizzonte che ha un nome preciso: Francoforte.
Negli ultimi giorni il Bel Paese è stato investito da perturbazioni comunitarie importanti, figlie di un disappunto, eufemismo, un’insoddisfazione, a essere generosi, meglio dire un insieme di criticità che hanno interessato il panorama finanziario tricolore.
Secondo la BCE sono presenti diverse banche, poste sotto la sua sorveglianza, la cui politica e il cui orientamento siano in contrasto con le best practices internazionali; per bocca del proprio portavoce, la tedesca Sabine Lautenschlaeger, rappresentante della sorveglianza nel board della BCE, è stato fatto il punto della situazione: “ Le nostre risultanze indicano che un certo numero di banche, pur rispettando i requisiti nazionali, non soddisfano le best practices internazionali relativamente alla governance”.
Nel dettaglio, la Lautenschlaeger si riferisce alla questione dell’accentramento dei poteri in seno ad un numero esiguo di individui, nei membri dei vari consigli, in secondo luogo è relativa a una mancanza di separazione tra funzioni di audit e di rischio, in conclusione non dimentica possibili asimmetrie informative tra membri del board e istanze su cui il consiglio non ha abbastanza tempo per discutere e riflettere.
Questo quanto emerso dal discorso di Sabine Lautenschlaeger tenuto a Milano pochi giorni fa, la cui chiosa non ha mancato di presentare un carattere perentorio: “Chiederemo alle banche approfondimenti su questi temi”.
Il dissenso comunitario verso le banche italiane non finisce qui, diversificandosi in più canali, primo fra tutti quello inerente l’elevato e sproporzionato livello di capitale superiore a quanto richiesto dal regolatore, preso anche come incipit da Luc Coene, rappresentante della BCE presso il Consiglio di Supervisione del SSM, il Meccanismo Unico di Supervisione, il quale, nel lanciare una stoccata verso la finanza nostrana (ma non solo), così si esprime, in un intervento a Dublino: “Quasi tutte le banche hanno un surplus rispetto ai requisiti Srep (escludendo i buffer sistemici)”.
Non c’è dubbio che l’UE stia rivendicando il legittimo rispetto dei protocolli d’intesa firmati da Stati e istituti di credito, come non c’è dubbio che entrambe le parti abbiano il dovere di trovare un punto d’incontro che coinvolga esigenze diverse ma che in un sistema comune debbano per forza incanalarsi su una ragionevole convergenza.
Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.