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La banconota verde cede un po’ di terreno con i trader a caccia di profitti

Da
Barry Norman
Pubblicato: Dec 9, 2014, 19:11 GMT+00:00

Il dollaro Usa si è rimesso in carreggiata dopo aver perso terreno nella giornata di ieri, con i trader desiderosi di portare a casa qualche guadagno e

La banconota verde cede un po’ di terreno con i trader a caccia di profitti

Il dollaro Usa si è rimesso in carreggiata dopo aver perso terreno nella giornata di ieri, con i trader desiderosi di portare a casa qualche guadagno e dunque di vendere biglietti verdi non appena questi hanno raggiunto quota 89,30. L’euro si è invece deprezzato sino a 1,2304: ieri le notizie riguardanti la Bce hanno infatti finito per indebolire la valuta europea. Il dollaro Usa ha ripreso a crescere sostenuto da un rapporto di stampa secondo cui la Fed potrebbe compiere un passo molto simbolico nella direzione di un rialzo dei tassi già durante la riunione della prossima settimana. Gli analisti sostengono che il biglietto verde abbia beneficiato della notizia riportata sulla Wall Street Journal per cui i vertici Fed starebbero considerando in maniera molto seria la possibilità di far decadere l’inciso “per un periodo considerevole di tempo” quando si troveranno a parlare del fatto che i tassi d’interesse a breve termine rimarranno ancora una volta fermi.

Una mossa del genere sarebbe il segnale che la banca centrale è pronta a iniziare il rialzo dei tassi, quantomeno per la metà del prossimo anno e soprattutto dopo l’ottima performance delle buste paga non agricole della scorsa settimana.

Ieri l’euro ha toccato il minimo degli ultimi 28 mesi dopo che l’Oecd e alcuni membri della Bce hanno convenuto che l’Eurozona è il soggetto più debole dell’intera economia globale.

Parlando ieri durante una conferenza a Francoforte, il governatore Bce Ewald Nowotny si è detto preoccupato per il rallentamento della crescita delle economie di Eurolandia. E ha ammonito che l’inflazione continuerà a cadere anche durante il primo trimestre 2015, cosa che potrebbe portare i paesi dell’unione monetaria pericolosamente vicini alla deflazione; per questi motivi, Nowotny ha aggiunto di guardare favorevolmente alla decisione Bce di espandere il proprio bilancio fino a 1 trilione di euro.

Stamattina le piazze asiatiche muovono in territorio negativo dopo che ieri i mercati Usa hanno chiuso con un -0,75%. La spiegazione per questo tonfo è rintracciabile nelle performance delle azioni del comparto energetico, sospinte verso il basso dal continuo deprezzamento del greggio. Gli investitori sembrano temerne le implicazioni a livello di crescita globale, tanto più dopo che anche la Cina e il Giappone sembrano fare i conti con più di una difficoltà.

Per quanto riguarda le valute, stamane le divise asiatiche viaggiano dal piatto al negativo contro il dollaro, deprezzatosi contro tutte le sue principali controparti dopo il passo falso di ieri del mercato azionario. Lo yen giapponese viaggia in rialzo a 120,78 mentre la sterlina britannica si attesta a 1,5640. AUD e NZD proseguono il loro momento ribassista, scambiate rispettivamente a 0,8242 e 0,7619,

Il dollaro si è contratto sia contro lo yen che contro l’euro con gli investitori intenti a portarsi a casa qualche profitto dopo gli ultimi e notevoli guadagni realizzati dalla banconota verde, tanto più sull’onda dell’ottimo rapporto occupazionale per il mese di novembre pubblicato venerdì scorso. Nel corso della sessione statunitense il dollaro ha perso lo 0,7% contro il yen, per attestarsi a 120,66. Precedentemente, nel corso della sessione asiatica del lunedì, era lievitato sino al massimo degli ultimi 7 anni a quota 121,86. Frattanto l’euro si è apprezzato di circa lo 0,2% per portarsi a 1,2312 e riprendersi dopo aver toccato il nuovo minimo dall’agosto 2012 contro il dollaro Usa.

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