Non si rasserenano le nubi intorno a Banco Popolare e alla Banca Popolare di Milano. Stavolta ci pensa Kepler Cheuvreux a gettare ombre sui due istituti
Non si rasserenano le nubi intorno a Banco Popolare e alla Banca Popolare di Milano.
Stavolta ci pensa Kepler Cheuvreux a gettare ombre sui due istituti tricolore: “Ci aspettiamo che il Banco Popolare registri per il terzo trimestre consecutivo una perdita netta nel terzo trimestre, questa volta a 181 milioni di euro dall’utile netto di 57 milioni di euro del terzo trimestre 2015, portando a una perdita netta di 562 milioni nei primi nove mesi dell’anno dall’utile di 350 milioni dello stesso periodo del 2015”.
Secondo gli analisti parigini la situazione contingente avrebbe l’effetto di modulare verso il basso il coefficiente patrimoniale Cet1 fully loaded di 40bps trimestre su trimestre, ratio di valore non indifferente: 13,7% registrato a fine settembre.
Di maggior annosità sono i ricavi core, la cui previsione li individua deboli e con un margine di interesse in ribasso sia su base annua che su base trimestrale.
Si registra infatti un -14,1% di valore 333 milioni di euro nel terzo trimestre, che porta l’annualità a scendere di quasi 13 punti percentuali con valore 1,024 miliardi nei primi nove mesi dell’anno, mentre il calo trimestrale si attesta al -2%. Ciò è da attribuire anche alla continua pressione sugli spread, ai volumi di prestito deboli e al più basso contributo del carry trade.
Sempre in caduta, ma più moderata, sono le commissioni nette, che si attesterebbero su base annua al -0,4% nel terzo trimestre con valore di 313 milioni di euro (-12,2% su base annua nei primi nove mesi dell’anno a 952 milioni), mentre registrerebbero una flessione di 2,9 punti percentuali su base trimestrale, (-12,2% su base annua nei primi nove mesi dell’anno a 952 milioni) a causa dell’attività ancora debole nei prestiti e nel risparmio gestito, influenzata anche dal rilevante impegno del Banco nel collocare una parte del miliardo di euro di aumento di capitale sostenuto lo scorso giugno.
Invariato l’indice del trading income, che per Kepler conoscerà una stabilità su base annua di valore 30 milioni di euro, senza dimenticare la soglia superiore di 41 milioni di euro registrata nel secondo trimestre del 2016.
Capitolo accantonamenti: secondo le stime di Kepler Cheuvreux saranno elevati nel terzo trimestre, arrivando a quota 0,5 miliardi di euro, segnando un progresso di ben 129 punti percentuali su base annua e di 66 su base trimestrale.
Nel dettaglio, ammontano a 280 milioni di euro gli accantonamenti per perdite su crediti una tantum, mentre parte della pulizia del portafoglio di crediti ha l’obiettivo di semplificare la cessione dei non performing loans (obiettivo 8 miliardi di euro entro il 2019, di cui 1,5 miliardi di euro già quest’anno).
Il risultato sarebbe di differenziare il costo del rischio annualizzato dei primi nove mesi dell’anno, portandolo a 248bps contro i 97bps dello stesso periodo del 2015.
Chiusura sui costi: “Ci aspettiamo che i costi aumentino del 2,8% su base annua nel terzo trimestre a 536 milioni di euro (+2,4% a 1,65 miliardi nei primi nove mesi dell’anno), ma dovrebbero mostrare un calo del 2,6% su base annua, escludendo il contributo di 21 milioni di euro al sistema di garanzia dei depositi e 7 milioni di euro di fee per le imposte anticipate”.
Domani la situazione di Bpm.
Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.