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Jobs Act: a maggio arriva Naspi

Da
Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: Apr 28, 2015, 22:39 GMT+00:00

Tra critiche e plausi, incontri e scontri e dibattiti che mai hanno abbracciato un fronte comune, il 1 maggio prende vita la prima misura concreta del

Jobs Act: a maggio arriva Naspi
Jobs Act: a maggio arriva Naspi

Tra critiche e plausi, incontri e scontri e dibattiti che mai hanno abbracciato un fronte comune, il 1 maggio prende vita la prima misura concreta del “Jobs Act”.

Nel prossimo mese sarà inaugurata la Naspi, al secolo “Nuova Prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego”: costituisce la nuova indennità di disoccupazione destinata dal Governo a coloro i quali abbiano perso involontariamente il lavoro. Sostituisce le precedenti Aspi e mini Aspi ed è affiancata da due nuovi ammortizzatori sociali come la Dis-coll (trattamento contro la disoccupazione a tutela dei precari) e l’Asdi (ne fruiranno quelli che avranno terminato la Naspi e verseranno in condizioni di bisogno).

Quel che emerge immediatamente della misura in questione è la sua strutturazione, la cui modulazione non può sorprendere, in quanto coerente con la ratio iniziale: avvantaggia il lavoro prolungato e penalizza le retribuzioni alte.

Il criterio guida di tale ammortizzatore sociale è da ravvisare nella contribuzione del lavoratore: questo sia per ragioni di meritevolezza, sia di proporzionalità, sia di equità. A questo riguardo, la durata della Nespi dipenderà proprio dal contributo del lavoratore, essendo fissati anche i limiti temporali: 24 mesi per coloro i quali abbiano lavorato negli ultimi 4 anni, 18 mesi come orizzonte temporale minimo. Precisamente, la durata massima prevista è pari alla metà delle settimane coperte da contribuzione nei quattro anni precedenti il giorno di perdita del lavoro, mentre dal conteggio sono esclusi i periodi che abbiano già costituito fonte di altre indennità di disoccupazione.

Ricordando che il provvedimento riguardi tutti i lavoratori che abbiano perso involontariamente il lavoro, è bene sottolineare che sono esclusi dal computo i dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni e gli operai agricoli a tempo sia determinato che indeterminato, per i quali sarà applicata la forma tutelare presente nella regolamentazione vigente.

Da tali esclusioni si affrancano coloro i quali abbiano presentato le dimissioni per giusta causa e che abbiano risolto consensualmente il rapporto di lavoro avvalendosi della procedura ex art. 7 l. 15 luglo 1966 n. 604, modificata dall’art.1 l. 92 del 2012. Anche qui si protrae la coerenza della normativa, insistendo su un principio assistenzialista che stimoli il lavoro in ogni sua forma, in una dimensione armonica e sana.

Proprio in virtù della sua funzione, la Naspi si avvale di diversi requisiti da soddisfare, pena la bocciatura della richiesta. In primo luogo, il richiedente deve aver maturato lo stato di disoccupazione ex art.1, comma 2, lettera c. d.lgs. 21 aprile 2000 n.181; il lavoratore deve aver la possibilità di far valere almeno 13 settimane di contribuzione nei quattro anni che precedano l’inizio del periodo di disoccupazione; deve avere la stessa possibilità per quanto riguardi trenta giornate effettive di lavoro nei dodici mesi precedenti.

Inoltre, a decorrere dal primo giorno del quinto mese di fruizione dell’indennità, l’importo della naspi verrà ridotto progressivamente del 3% al mese a partire dal primo giorno del quarto mese di fruizione.

Il piano è chiaro. Per vedere il suo impatto ormai è solo questione di tempo.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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