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Istat, inflazione marzo rallenta ancora ma componente fondo non demorde

Da:
Reuters
Aggiornato: Mar 31, 2023, 11:46 UTC

ROMA (Reuters) - A marzo l'inflazione italiana continua a diminuire in maniera marcata, guidata dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici, secondo i dati preliminari diffusi stamani da Istat.

Una bandiera italiana e una bandiera dell'Unione europea a Roma

ROMA (Reuters) – A marzo l’inflazione italiana continua a diminuire in maniera marcata guidata dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici, secondo i dati preliminari diffusi stamani da Istat.

Permangono però tensioni al rialzo nel comparto dei beni alimentari non lavorati, dei tabacchi e dei servizi, “che portano a una nuova accelerazione dell’inflazione di fondo la cui dinamica tuttavia sembra perdere lo slancio che aveva contraddistinto i mesi precedenti”, spiega una nota.

Questo mese l’indice Nic dei prezzi al consumo ha evidenziato una flessione dello 0,3% su mese e un aumento del 7,7% su anno. A febbraio l’indice nazionale aveva registrato rialzi dello 0,2% congiunturale e del 9,1% tendenziale.

Le attese Reuters erano per una variazione congiunturale nulla e per un rialzo dell’8,2%.

“I problemi di famiglie e imprese non sono finiti”, segnala in una nota Confcommercio, spiegando che “le tensioni accumulate nei bilanci delle imprese lungo la filiera che collega importazioni, prezzi alla produzione e all’ingrosso, fino al comparto della distribuzione finale, sono ancora presenti”.

‘CORE’ IN LEGGERA ACCELERAZIONE

L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, registra ancora una moderata accelerazione a +6,4% da +6,3%, mentre quella al netto dei soli beni energetici passa da +6,4% a +6,5%.

Restano stabili in termini tendenziali al 12,7% i prezzi del cosiddetto carrello della spesa (beni alimentari, per la cura della casa e della persona), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto rallentano da +9,0% a +7,7%.

“Tornano ad aumentare i prezzi dei vegetali freschi che balzano del 9,4% sotto la spinta del micidiale mix del cambiamento climatico e dei costi di produzione”, dice a commento dei dati Coldiretti, che segnala anche “una accelerazione sui prezzi degli alimentari non lavorati (+9,3%)”.

L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a 5,1% per l’indice generale e a 4,1% per la componente di fondo.

Passando all’Ipca, l’indice armonizzato a marzo aumenta dello 0,8% su base mensile e dell’8,2% su base annua, dopo +0,1% e +9,8% rispettivamente di febbraio, contro attese pari a +1,4% e +8,9%.

Nella zona euro, questo mese i prezzi al consumo sono aumentati del 6,9% dopo il precedente +8,5%, facendo registrare la maggiore decelerazione dall’inizio della serie nel 1991, ma l’inflazione ‘core’ ha accelerato leggermente, al 7,5% dal 7,4% di febbraio.

(Antonella Cinelli, editing Stefano Bernabei, Sabina Suzzi)

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