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Italia, da agenzie di rating monito su ritardi Pnrr

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Reuters
Aggiornato: Apr 13, 2023, 13:17 GMT+00:00

di Sara Rossi e Alessia Pe MILANO (Reuters) - Dbrs si unisce al coro di altre agenzie di rating che mettono in guardia l'Italia da ulteriori ritardi o revisioni degliobiettivi concordati con l'Unione europea nell'ambito del Pnrr, che potrebbero avere ripercussioni sulle prospettive di crescita e sulla sostenibilità del debito.

Una bandiera italiana sventola davanti all'Altare della Patria a Piazza Venezia a Roma

di Sara Rossi e Alessia Pe

MILANO (Reuters) – Dbrs si unisce al coro di altre agenzie di rating che mettono in guardia l’Italia da ulteriori ritardi o revisioni degliobiettivi concordati con l’Unione europea nell’ambito del Pnrr, che potrebbero avere ripercussioni sulle prospettive di crescita e sulla sostenibilità del debito.

Il mese scorso la Commissione Ue ha congelato una tranche di fondi da 19 miliardi di euro, chiedendo a Roma chiarimenti sugli sforzi per centrare gli obiettivi da cui dipende l’erogazione del denaro.

L’Italia è in ritardo nell’utilizzo dei 67 miliardi già ricevuti da Bruxelles.

“Se i ritardi si dovessero protrarre, l’implementazione complessiva del piano potrebbe essere a rischio e si attenuerebbe l’impatto positivo del piano sul potenziale miglioramento della crescita del Pil”, ha detto a Reuters il senior vice president di Dbrs, Carlo Capuano.

Il monito dell’agenzia si aggiunge a quelli già espressi da Moody’s e Scope che hanno parlato esplicitamente di potenziali ricadute per il rating del Paese.

L’Italia dovrebbe ottenere un totale di circa 200 miliardi di fondi Ue nell’ambito del Pnrr entro il 2026, principale beneficiario del piano in termini assoluti.

“DEBITO PIU’ ALTO, CRESCITA PIU’ BASSA”

Il piano iniziale per l’Italia messo in campo nel 2021 prevedeva la spesa di oltre 40 miliardi entro il 2022, obiettivo più volte rivisto al ribasso.

Finora Roma ha speso solo circa 20 miliardi e meno di 4 miliardi nel 2022.

Tra le ipotesi allo studio del governo di Giorgia Meloni per porre rimedio ai ritardi ci sono modifiche ai programmi di spesa già concordati o una proroga delle scadenze attuali.

Dbrs ha definito entrambe le opzioni poco allettanti.

Rivedere il piano attraverso progetti più semplici da realizzare ma con un minor impatto sull’economia equivarrebbe a uno scenario con “uno stock del debito più elevato e con una crescita inferiore”, osserva Capuano.

A suo dire, la proposta di finanziare alcuni progetti con i “fondi di coesione” Ue – che possono essere spesi fino al 2029 anziché entro il 2026 – richiederebbe un co-finanziamento a carico del governo e porterebbe di conseguenza a un maggior indebitamento.

Qualche settimana fa l’esponente della Lega Riccardo Molinari ha sollecitato il governo a rinunciare a parte dei fondi per l’impossibilità di spenderli.

Una possibilità esclusa prontamente dalla premier Meloni, che ha ribadito che tutti i fondi previsti verranno spesi accusando il predecessore Mario Draghi dei ritardi.

Secondo Capuano la coalizione di governo sembra restia ad approvare alcune delle riforme concordate con Bruxelles, in particolare quelle relative a una maggior competitività.

“Dal nostro punto di vista, un ritardo o un annacquamento delle riforme per ragioni politiche non sono incoraggianti e sono un fattore da monitorare con grande attenzione”, ha detto.

La scorsa settimana Scope Ratings ha detto a Reuters che significativi ritardi nell’attuazione delle riforme o degli investimenti “rappresenterebbero un fattore negativo per il rating del Paese”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Moody’s, che ha espresso la propria opinione in modo molto chiaro in un report di metà febbraio.

Moody’s e Fitch hanno declinato la richiesta di Reuters di un commento per questo articolo, mentre S&P Global ha definito non appropriato un commento alla luce del fatto che il 21 aprile sarà chiamata a prendere in esame il rating dell’Italia.

(Versione italiana Sara Rossi, editing Alessia Pé)

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