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Inizia il conto alla rovescia per il default di Atene – Crolla l’euro

Da
Barry Norman
Aggiornato: May 25, 2015, 17:25 GMT+00:00

La nuova settimana si apre con i mercati di Gran Bretagna e Stati Uniti fermi per delle festività nazionali e praticamente nessuna pubblicazione economica

Inizia il conto alla rovescia per il default di Atene – Crolla l’euro

Inizia il conto alla rovescia per il default di Atene – Crolla l’euro
La nuova settimana si apre con i mercati di Gran Bretagna e Stati Uniti fermi per delle festività nazionali e praticamente nessuna pubblicazione economica di rilievo proveniente dall’Eurozona; i trader dovranno così dedicarsi interamente alle notizie battute dalle agenzie di stampa. Nel corso della sessione asiatica, l’unico evento di rilievo ha riguardato il Giappone, con la pubblicazione dei saldi della bilancia commerciale e delle partite correnti. I trader asiatici hanno avuto inoltre la possibilità di reagire alla lettura core dell’indice IPC statunitense che, venerdì scorso, si è rivelata migliore delle attese. Il dollaro Usa si è apprezzato di 19 punti in aperura di sessione, finendo negoziato a quota 96,44, mentre lo yen si attestava a 121,68$ senza reagire in maniera particolarmente marcata alla buona performance commerciale nipponica. Diverso il caso del cross EURJPY, crollato di 21 punti a 133,64€ per il deprezzamento della valuta europea dovuto alle ultime notizie riguardanti la Grecia.

Ad aprile il deficit commerciale del Giappone si è attestato a 53,44 miliardi di yen, migliorando enormemente dagli 825,23 miliardi di un anno fa grazie alla ripresa delle esportazioni e al calo delle importazioni. L’export è cresciuto dell’8% su base annua, raggiungendo la cifra di oltre 6 trilioni di yen. In netta crescita (+21,4%) le vendite verso gli Stati Uniti, mentre le esportazioni in Asia – che incidono per oltre la metà dell’export complessivo nipponico – sono aumentate del 6%. In crescita del 33,6% i flussi verso l’India e del 2,4% quelli verso la Cina.

La scorsa settimana la Banca del Giappone ha compiuto una scelta di politica monetaria che potrebbe aver scontentato il Fmi. L’organizzazione internazionale con sede a Washington aveva avvisato l’istituto centrale nipponico che per raggiungere il target di un’inflazione al +2% sarebbe dovuto passare più tempo di quello preconizzato dalle autorità del Giappone, persino con una nuova tornata di stimoli monetari; il Fondo ha inoltre affermato che occorrono riforme strutturali “decise” per combattere una mentalità evidentemente troppo abituata alla deflazione persistente. In una dichiarazione che ha fatto seguito alle consultazioni ex-“Articolo 4” con le autorità giapponesi, venerdì scorso il Fmi ha invitato il primo ministro Shinzo Abe a velocizzare la riforma del sistema fiscale e non fare troppo affidamento su stime reputate come “eccessivamente ottimistiche” rispetto alla capacità di rimettere in sesto i conti pubblici del paese. Il valore reale dello yen si è di nuovo stabilizzato dopo essersi indebolito nella seconda metà del 2014, ha poi aggiunto il Fmi.

Il teatro asiatico non ha offerto altre notizie, con l’Aussie in lieve calo di 3 punti a 0,7821 dopo che una banca nazionale ha pubblicato il suo rapporto sulla fiducia delle aziende. Il Kiwi è caduto di altri 11 punti a 0,7302 mentre i trader sono in attesa della decisione di tasso d’interesse della banca centrale e si preoccupano per l’andamento dei prezzi dei latticini.

La Grecia è nuovamente al centro delle attenzioni dopo che ieri esponenti del governo Tsipras hanno confermato che il paese non sarà in grado di onorare gli impegni con il Fmi. L’euro è crollato di 30 punti a 1,0983$. A giugno, Atene avrà davanti a sé la scadenza di ben quattro prestiti ricevuti dal Fmi: per il paese ellenico sarà difficilissimo onorarli tutti e quattro senza ricorrere ai fondi di salvataggio congelati dai suoi stessi creditori internazionali. L’incapacità di rimborsare i creditori potrebbe portare al default di Atene e alla sua possibile uscita dall’Eurozona. La scorsa settimana il portavoce del gruppo parlamentare di Syriza aveva detto che il governo non riuscirà a rimborsare il prestito ricevuto dal Fmi, in scadenza il 5 giugno, dal momento che le sue priorità sono i salari, le pensioni e la spesa corrente. Ieri il ministro degli Interni ha rincarato la dose, affermando che il governo Tsipras è sull’orlo del fallimento. Atene è tuttora impegnata con i suoi creditori internazionali nel raggiungimento di un’intesa che sbloccherebbe miliardi di euro in aiuti, permettendo al governo di ripagare i prestiti ricevuti dal Fmi assieme alla spese nazionali più urgenti, come salari e pensioni.

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