In calo, pesano apprezzamento del dollaro e timori legati ad economia

LONDRA (Reuters) – I prezzi del petrolio sono scendono su scambi volatili, con il mercato che bilancia le attese sanzioni Ue sul petrolio russo con i timori per domanda legati ai lockdown cinesi, al dollaro forte e ai crescenti rischi di recessione.

Alle 12,10 il Brent è in calo dell’1,71%, a 104,10 dollari al barile, mentre il greggio statunitense  perde l’1,62%, a quota 101,41 dollari al barile.

Il dollaro rimane vicino ai massimi da 20 anni, e l’apprezzamento del biglietto verde rende l’acquisto di greggio più costoso per i detentori di altre valute.

Gli ultimi dati hanno mostrato che la crescita delle esportazioni cinesi è rallentata scendendo sotto il 10%, ai minimi da quasi due anni, mentre ieri la Cina ha esteso i lockdown per fronteggiare il coronavirus.

I mercati finanziari stanno anche valutando la possibilità che alcune economie europee soffrano in caso di ulteriore riduzione delle importazioni di petrolio russo, o qualora la Russia rispondesse tagliando le forniture di gas.

Il  ministro francese degli Affari europei, Clement Beaune, ha detto che gli Stati Ue potrebbero raggiungere un accordo questa settimana sulle sanzioni al petrolio russo. Il presidente francese Emmanuel Macron ha parlato con il primo ministro ungherese Viktor Orban. L’Ungheria è il Paese Ue più critico nei confronti del previsto embargo sul petrolio russo. 

Aggiungendo altre preoccupazioni legate all’offerta, i G7 hanno concordato un divieto graduale di importazione del petrolio russo. E anche il Giappone, che ha ricevuto il 4% delle proprie importazioni di petrolio dalla Russia lo scorso anno, ha accettato di eliminare gradualmente i suoi acquisti. 

Negli Stati Uniti le scorte di greggio, distillati e benzina sono probabilmente scese la scorsa settimana, secondo un sondaggio preliminare Reuters. 

(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Francesca Piscioneri)