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Il rapporto Istat sulla deflazione tricolore

Da
Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: Jul 13, 2016, 14:50 GMT+00:00

Secondo quanto riportato da dall’Istituto Nazionale di Statistica, il Bel Paese sarebbe ancora in deflazione. Tale contingenza è confermata dalla

Brexit: fase di incertezza prolungata

Secondo quanto riportato da dall’Istituto Nazionale di Statistica, il Bel Paese sarebbe ancora in deflazione.

Tale contingenza è confermata dalla flessione su base annuale dell’indice nazionale dei prezzi al consumo, attestatosi sul -0,4% (-0,3% nel maggio 2015), nonostante l’effimero aumento dello 0,1% su base mensile registratosi nel mese di giugno.

Quel che emerge con chiarezza è il contesto di solida stabilità dei prezzi di diversi prodotti che ospita la contrazione tendenziale di cui sopra, eccezion fatta per il comparto energetico, i cui omonimi beni non regolamentati hanno conosciuto un rialzo da -10% a -8,1% e i prezzi dei tabacchi aumentati di 0,9 punti percentuale (da +2% a +2,9%).

Per quanto riguardi i prezzi dei beni energetici propriamente detti, si osserva come si annidi qui il germe deflazionistico, essendo presente un importante riduzione dei prezzi pari al 7,5% su base annua.
Di conseguenza, gli apporti negativi all’indice generale sono da ricercare nei prezzi dei trasporti con un calo dello 0,318% e in secondo luogo di abitazione, acqua, elettricità e combustibili per percentuali pari allo 0,265%: rileva il fatto che tali flessioni siano figlie del settore energia, contenuto in entrambe le divisioni di spesa.
Al netto di questi beni, l’inflazione, anche se in lieve ridimensionamento, si è mantenuta su un livello del +0,4% (era +0,5% a maggio).

È possibile operare le stesse riflessioni in relazione all’inflazione di fondo, (indice depurato da alimentari non lavorati e beni energetici): tale indicatore è sceso di 0,1 punti percentuale in un mese (+0,6% maggio, +0,5% giugno).
Su base annua, l’inflazione acquisita per l’anno in corso recitava -0,2%, contro il -0,3% di maggio.

“… i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona sono aumentati dello 0,2% sia su base mensile sia su base annua, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza di acquisto hanno riportato un’espansione dello 0,4% in termini congiunturali, ma una contrazione dello 0,2% in termini tendenziali (-0,6% il mese precedente). Aumenti mese su mese dello 0,1% sono stati rilevati sui i prezzi di prodotti alimentari e bevande analcoliche, servizi sanitari e spese per la salute, ricreazione, spettacoli e cultura e servizi ricettivi e di ristorazione, mentre la divisione di spesa comunicazioni ha riportato un calo dell’1,0%”.

Capitolo prezzi al consumo: l’indice armonizzato degli stessi progredisce di 0,2 punti percentuale su base mensile ma scende degli stessi punti su base annuale, fornendo segnali contrastanti, ma positivi rispetto al -0,3% di maggio.

Appare chiaro da questi dati come l’Italia stia vivendo un periodo di stasi, in cui sia bloccata non regredendo ma neanche progredendo.
Solo una scossa degna di nota potrà restituire al Bel Paese la fiamma della crescita.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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