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Il Petrolio Rimbalza Avanti e Indietro Senza Guadagnare Terreno

Da:
Barry Norman
Aggiornato: Sep 25, 2015, 17:26 UTC

Il mercato petrolifero rimane fragile e continua a rimbalzare avanti e indietro in base alle notizie sulle scorte, sull'offerta, sulla domanda e sulla

Il Petrolio Rimbalza Avanti e Indietro Senza Guadagnare Terreno

Il Petrolio Rimbalza Avanti e Indietro Senza Guadagnare Terreno
Il Petrolio Rimbalza Avanti e Indietro Senza Guadagnare Terreno
Il mercato petrolifero rimane fragile e continua a rimbalzare avanti e indietro in base alle notizie sulle scorte, sull’offerta, sulla domanda e sulla produzione, senza però guadagnare terreno. Il WTI, alternando guadagni e perdite, rimane infatti ancorato ai 45$, ben al di sotto del massimo toccato quando la Russia conquistò le prime pagine dei giornali invadendo l’Ucraina. Nel corso del fine settimana – dopo tutto non così tanto tempo fa – il greggio era salito a quota 106$. Pur persistendo problemi e tensioni in Ucraina, il barile ha comunque perso oltre il 55%.

Questa mattina il petrolio greggio WTI si attesta a 45,01, guadagnando 10 centesimi nel corso della sessione asiatica, mentre il Brent cede 10 centesimi scivolando a 48,23.

Ieri il barile, favorito dal calo delle scorte al centro di distribuzione per i future sul petrolio greggio USA, ha guadagnato l’1%, sebbene il rialzo sia stato limitato dal crollo dei prezzi delle azioni a Wall Street. L’agenzia di ricerche di mercato Genscape segnala infatti – nella settimana conclusasi il 22 settembre – un calo pari a 625.000 barili al centro di distribuzione di Cushing, in Oklahoma.

 

Le stime di Genscape, che seguono i dati dell’Agenzia di Informazione sull’Energia (EIA) della scorsa settimana che indicavano una contrazione di 462.000 barili, hanno favorito un rialzo dei prezzi sia nel petrolio greggio USA che del Brent, standard del petrolio a livello globale.

Prendendo in considerazione solo mercoledì scorso, in scia al forte incremento delle riserve di benzina segnalato dalla EIA, il prezzo del greggio Usa è sceso del 4 per cento. L’aumento di scorte di benzina si è verificato dopo il picco della stagione degli esodi estivi negli Stati Uniti, sollevando preoccupazioni circa la domanda di carburanti che di solito in autunno è più debole. Molti analisti pensano che, con le riserve in aumento e la domanda in ulteriore aumento nel corso dell’inverno, le prospettive a lungo termine per il greggio rimangano ribassiste.

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Nell’ultimo “This Week in Petroleum” si sostiene che i bassi prezzi del petrolio, se sostenuti, potrebbero provocare l’inizio di una caduta a lungo termine degli investimenti. I prezzi del petrolio riflettono l’equilibrio fra domanda e offerta: l’aumento dei prezzi spesso indica la necessità di una maggiore offerta. Un incremento dell’offerta, a sua volta, in genere richiede maggiori investimenti in attività di esplorazione e produzione (E & P). I prezzi più bassi portano invece a un calo degli investimento. La sovrapposizione delle medie annuali del primo prezzo di acquisto interno (in termini reali) sugli investimenti di petrolio e gas rivela quanto il volume di investimenti a monte sia sensibile alle variazioni del prezzo del petrolio.

Venerdì nel corso della sessione asiatica i mercati petroliferi sono rimasti piuttosto contenuti, dopo che i dati deboli dal Giappone hanno alimentato le preoccupazioni per la crescita economica globale.

Secondo i dati del governo pubblicati venerdì, nel mese di agosto in Giappone l’indice dei prezzi al consumo core sarebbe sceso dello 0,1 % rispetto all’anno precedente, segnando la prima contrazione anno su anno dall’aprile 2013. L’indice include i prodotti petroliferi, ma esclude dal computo i prezzi dei beni alimentari freschi. La HSBC ha invitato a non sopravvalutare l’importanza dei dati deboli dalla Cina, sostenendo che anche le economie sviluppate stiano rallentando.

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