Secondo quanto già anticipato ieri, la banca d’affari Berenberg ha mostrato dubbi ed elargito critiche verso il sistema finanziario italiano. Al
Secondo quanto già anticipato ieri, la banca d’affari Berenberg ha mostrato dubbi ed elargito critiche verso il sistema finanziario italiano.
Al centro delle critiche, come al solito, ci sono i non performing loans, vero cancro che attanaglia la rete bancaria italiana.
I crediti lordi in sofferenza sono pari a oltre 360 miliardi di euro, circa il 18% dei prestiti, per cui gli istituti di credito devono fronteggiare elevate criticità in tal senso, non potendo concentrarsi a pieno sul loro core business, la fornitura di capitale.
Secondo gli analisti di Berenberg Bank è “necessaria una pulizia di bilancio per ritrovare la fiducia degli investitori nei bilanci delle banche”; purtroppo, l’unico modo per rendere possibile una simile contingenza è “uno stress test forte con una copertura di capitale credibile”.
Se è vero che il meccanismo di cui sopra permetterebbe alle banche italiane di svalutare i loro asset e ottimizzare la qualità del credito, è anche vero che ogni tipo di previsione è subordinata a fattori temporali: “Fino a quando gli investitori non otterranno certezze sui bilanci, non possiamo intravedere per le banche italiane un’inversione dell’attuale sottoperformance in borsa”.
L’analisi tedesca prosegue prendendo in considerazione la posizione del Governo italiano, ma sollevando dubbi sull’acquisto dei crediti inesigibili da parte delle banche: “facciamo fatica a capire come possa funzionare”.
Lo scetticismo degli analisti si fonda su un dato oggettivo, vale a dire il rapporto tra deficit e PIL, attestatosi al 134,6%: con un simile valore, appare palese il poco margine di manovra da parte del Governo.
In secondo luogo, non bisogna dimenticarsi del limite comunitario di acquisto dei prestiti superiore alla soglia di mercato che, se oltrepassato, indurrebbe la Commissione Europea a invocare l’illegittimo aiuto di Stato.
In virtù di quanto sopra, l’azione del Governo italiano è stigmatizzata come di difficile realizzazione: “al momento non ci aspettiamo un intervento del Governo su larga scala”.
L’ipotesi lanciata da Berenberg è un intervento compiuto dalle banche maggiori, sulla falsariga di quanto accaduto con le 4 banche salvate (Popolare dell’Etruria, CariChieti, CariFerrara e Banca Marche) a novembre 2015: “Riteniamo che le banche più forti potrebbero dover salvare le più deboli. Infatti, Unicredit si è già impegnata a sottoscrivere l’aumento di capitale della Banca popolare di Vicenza e Intesa Sanpaolo ha accettato di sottoscrivere l’aumento di capitale di Veneto Banca”.
Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.