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Il Mercato Globale del Petrolio fra Interruzioni di Fornitura e Aumento della Produzione

Da
Barry Norman
Aggiornato: Sep 1, 2014, 17:58 GMT+00:00

I mercati di materie prime sembrano più attenti alla crisi Ucraina-Russia piuttosto che ai deludenti dati sul settore manifatturiero cinese. L'eurozona

Il Mercato Globale del Petrolio fra Interruzioni di Fornitura e Aumento della Produzione

Il Mercato Globale del Petrolio fra Interruzioni di Fornitura e Aumento della Produzione
I mercati di materie prime sembrano più attenti alla crisi Ucraina-Russia piuttosto che ai deludenti dati sul settore manifatturiero cinese. L’eurozona continua a minacciare ulteriori misure sanzionatorie contro la Russia, ma il presidente Putin risponde colpo su colpo. L’Unione Europea ha imposto alla Russia un ultimatum di una settimana per ritirare le sue truppe dal territorio ucraino, pena l’imposizione di ulteriori sanzioni economiche.

Domenica mattina Herman Van Rompuy, incaricato a presiedere il summit della UE, ha reso noto che i 28 leader del blocco hanno incaricato l’organo esecutivo di “intraprendere urgentemente i lavori preparatori, entro una settimana”. Temendo una rappresaglia economica, i leader europei non se la sono sentita di imporre un inasprimento immediato delle sanzioni. La Russia è il terzo partner commerciale nei confronti della UE, nonché uno dei più grandi esportatori di petrolio e gas al mondo.

Questi sviluppi seguono la condanna di venerdì dell’azione militare russa in Ucraina da parte della Nato, nella quale si riconosce che “le truppe hanno oltrepassato il confine illegalmente”, e che l’episodio è parte di una pericolosa strategia che dura da molti mesi “volta a destabilizzare il paese confinante”.
Il petrolio greggio, dopo aver superato quota 1,00 $ venerdì scorso, questa mattina perde 18 centesimi e si attesta a 95,78, mentre il petrolio Brent fa segnare un rialzo di 20 centesimi, attestandosi a 103,27; entrambi comunque sono sopra il range di prezzo del mese di agosto. Nelle dichiarazioni registrate venerdì, ma diffuse sabato, Vladimir Putin non ha fatto riferimento diretto alle sanzioni ma ha attribuito la responsabilità della crisi ucraina all’Occidente, accusandolo di aver sostenuto, lo scorso febbraio, un golpe contro il presidente filo-russo Viktor Yanukovych.

“Avrebbero dovuto sapere che la Russia non poteva stare a guardare, quando delle persone vengono uccise a bruciapelo” ha dichiarato il presidente russo, aggiungendo di non avere a cuore “lo Stato russo ma il popolo russo”. Putin ha richiesto trattative immediate sul futuro dell’Ucraina dell’est, facendo per la prima volta riferimento alla possibilità di una indipendenza della regione.

Un interessante rapporto sul mercato globale ha contribuito a sollevare i trader dai timori sulle eventuali carenze di offerta. Stando a un articolo della rivista Arab Times, almeno fino alla fine del 2014 non ci sarebbe alcun motivo di preoccupazione: i prezzi, nonostante il recente crollo, non dovrebbero scendere sotto i 100 $; una delle principali ragioni sta nell’aumento significativo della produzione globale che potrebbe anzi sfociare in un eccesso di produzione.

Le attività produttive in Libia, dopo le recenti evoluzioni politiche, sono infatti aumentate, da 70.000 barili al giorno a circa 550.000 barili. Nel frattempo la produzione in Iraq non ha subito gli effetti della minaccia del gruppo armato terroristico dello Stato Islamico (precedentemente noto come ISIL), mentre in Arabia Saudita la produzione è aumentata in maniera considerevole. Anche i paesi membri del blocco produttivo internazionale, l’OPEC, hanno aumentato la produzione, e altrettanto hanno fatto i paesi non membri, tre i quali Libia, Nigeria e Angola. Nonostante la gravità del quadro geopolitico globale, gli effetti sull’offerta di petrolio sono stati finora limitati se non nulli.

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