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Il Greggio Guadagna Quasi il 20% In Una Settimana

Da:
Barry Norman
Aggiornato: Sep 18, 2015, 17:33 UTC

Questa mattina il greggio WTI perde 10 centesimi ottenendo pochi benefici dal forte ribasso del dollaro statunitense. Il greggio WTI é scambiato a 46,80$,

Il Greggio Guadagna Quasi il 20% In Una Settimana

Il Greggio Guadagna Quasi il 20% In Una Settimana
Il Greggio Guadagna Quasi il 20% In Una Settimana
Questa mattina il greggio WTI perde 10 centesimi ottenendo pochi benefici dal forte ribasso del dollaro statunitense. Il greggio WTI é scambiato a 46,80$, mentre il Brent rimane invariato a 49,17$, incapace di rompere al di sopra dei 50$. Giovedì, a seguito del breve picco postato dopo le dichiarazioni della Federal Reserve che vedevano l’istituto di credito mantenere invariati i tassi di interesse degli Stati Uniti, il greggio si muove nuovamente in ribasso.

Secondo gli analisti, la probabilità di assistere ad un cambiamento dei tassi di interesse era di 1 su 4. Il dollaro statunitense si muove in ribasso di fronte al suddetto annuncio. A fronte di ciò, ci sembra opportuno segnalare come un dollaro debole possa supportare i mercati delle materie prime, greggio incluso.

Tanto il greggio WTI quanto il Brent hanno ampliato le perdite in previsione dell’annuncio, tuttavia, dopo il rilascio delle dichiarazioni Fed il combustibile statunitense raggiunge un territorio positivo mentre quello europeo recupera tutte le perdite. Nei dieci minuti successivi, entrambi i parametri cedono i guadagni.

L’OVX si muove in ribasso di fronte all’annuncio, tuttavia, nel minuto successivo alla decisione posta un rincaro di quasi il 15%. Attualmente si attesta del 9% al di sotto dei normali livelli del greggio.

Stando a quanto riportato da Gene McGillian, importante analista presso la Tradition Energy di Stamford, Connecticut, “il mercato del greggio continuerà ad osservare il rallentamento economico cinese al fine di comprendere al meglio se tale rallentamento sia o meno destinato a diffondersi ad altre economie e se il ribasso dei prezzi del greggio continuerà a ridurre la massiccia produzione statunitense”

Gli analisti hanno suggerito che un ribasso del dollaro potrebbe supportare i prezzi del greggio che giovedì  hanno subito le pressioni dei deboli numeri giapponesi, scenario che ha incrementato i timori di un rallentamento economico globale.

Nel mese di agosto, le esportazioni del Giappone hanno riportato il secondo calo consecutivo, segnali che mostrano come il rallentamento della Cina possa influenzare la terza economia mondiale. Ricordiamo, inoltre, come i numeri giapponesi siano stati rilasciati dopo i dati poco brillanti delle altre economie asiatiche, tra cui segnaliamo Corea del Sud e Taiwan, alimentando così le preoccupazioni per un rallentamento della crescita cinese.

Venerdì i prezzi del greggio si muovono in ribasso sulla scia dei nuovi segnali Opec che hanno mostrato come l’organizzazione sia intenzionata a valutare ulteriormente la quota di mercato poiché la decisione della Fed di mantenere invariati i tassi di interesse ha attribuito un peso maggiore ai prezzi. Giovedì, il Kuwait, uno dei principali produttori dell’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC), ha dichiarato che il greggio ritroverà un suo equilibrio, tuttavia la mossa potrebbe richiedere del tempo. L’organizzazione intende difendere la quota di mercato nonostante il forte ribasso dei prezzi.

Altre fonti Opec hanno sostenuto tale punto di vista affermando che si aspettavano una crescita annua di 5$ al barile per raggiungere gli 80$ al barile entro il 2020. Tuttavia, il rallentamento della crescita della produzione non Opec non sembra essere in grado di assorbire l’attuale eccesso delle scorte.

Venerdì il mercato del gas naturale perde 3 punti senza ricevere nessuna spinta dal ribasso del dollaro statunitense. A seguito del rilascio del rapporto settimanale EIA combustibile é scambiato a 2.647$. A tale proposito ci sembra opportuno segnalare come il rapporto settimanale dell’Energy Information Administration abbia mostrato come, nella settimana conclusasi l’11 settembre, le scorte di gas naturale abbiano postato un incremento di 73 miliardi di piedi cubi, numeri che, secondo l’EIA, sono risultati in linea con le aspettative che vedevano il totale delle scorte statunitensi raggiungere i 3.334 miliardi di metri cubi. Le scorte mostrano un aumento di 56 miliardi di metri cubi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e di 125 miliardi di metri cubi rispetto alla media quinquennale di 3.209 miliardi di metri cubi. I dati EIA mostrano come le centrali elettriche rappresentino circa il 32% della domanda di gas naturale degli stati Uniti e come il combustibile tenda a fluttuare durante la stagione estiva sulla scia di temperature climatiche piuttosto elevate e un maggiore utilizzo di aria condizionata.

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