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Il fiasco del PMI cinese riaccende le speranze per nuovi stimoli monetari

Da
Barry Norman
Pubblicato: May 21, 2015, 16:17 GMT+00:00

Wall Street ha chiuso la sessione di ieri piatta dopo che i verbali dell’ultima riunione Fomc non hanno svelato alcunché sulle prossime mosse della Fed,

Il fiasco del PMI cinese riaccende le speranze per nuovi stimoli monetari

Wall Street ha chiuso la sessione di ieri piatta dopo che i verbali dell’ultima riunione Fomc non hanno svelato alcunché sulle prossime mosse della Fed, gelando le speranze degli investitori che invece puntavano a scoprire qualche indizio sul possibile rialzo dei tassi a giugno. Le piazze europee hanno invece esteso al terzo giorno la mini-striscia di chiusure in territorio positivo grazie al rally delle azioni di telecomunicazioni e settore creditizio. A marzo l’output del settore edile dell’Eurozona è cresciuto dello 0,8% su base mensile, riprendendosi dopo il -1,6% di febbraio (dato che ha lievemente rivisto in rialzo la prima lettura, a -1,8%). Fra le costruzioni, l’output del settore ingegneria civile è cresciuto del 3,2% dopo il -2,2% di febbraio. Stamattina l’euro si è inizialmente deprezzato scendendo fin sotto quota 1,11$ prima di recuperare terreno ed essere negoziato a 1,1123$. Questa settimana la valuta europea ha ceduto il 2,9% nei confronti del biglietto verde a seguito della notizia secondo cui la Bce è pronta a incrementare i propri acquisti di titoli. Dall’altra parte dell’Atlantico, il dollaro Usa si è deprezzato sia contro l’euro sia contro lo yen dopo che la pubblicazione dei verbali Fomc ha confermato che sarà molto difficile assistere a un intervento sui tassi già nel mese di giugno; più probabile che il rialzo avverrà nella seconda parte dell’anno. Ieri il dollaro si era apprezzato sino a chiudere a quota 95,96 mentre stamattina, nel corso della sessione asiatica, ha ceduto qualche punto fino a 95,49.

Stamane, in Asia, i trader sono alle prese con dati economici cinesi poco incoraggianti relativi alla performance del PMI manifatturiero di Hsbc: la notizia è infatti che a maggio il settore manifatturiero della Cina ha continuato a contrarsi. L’indice – attestatosi a quota 49,1 – ha dunque mancato di poco le attese per una lettura a 49,3 pur migliorando rispetto al 48,9 di aprile (si tratta comunque di un dato che resta al di sotto di quota 50, ovvero la soglia che separa espansione e contrazione dell’attività). L’indice di output ha inciso sulla lettura totale affondando al minimo degli ultimi 13 mesi, a quota 48,4 dal 50 di aprile. In contrazione anche gli ordini all’export. Aussie e Kiwi si sono frattanto rafforzati sul dollaro Usa nonostante il dato sul manifatturiero cinese (la Cina è il principale partner commerciale dell’Australia) e la possibile riduzione del surplus di bilancio in Nuova Zelanda. L’Aussie ha guadagnato 19 punti portandosi a 0,7893 mentre il Kiwi ne spuntava 18 sino a 0,7326. La fiacca lettura cinese ha inoltre alimentano i timori per un calo della domanda da parte della “fabbrica del Mondo”, pur supportando gli indici azionari cinesi a seguito del ravvivarsi delle speranze per una prossima tornata di stimoli all’economia. Le difficoltà del manifatturiero non mancheranno infatti di riaccendere il dibattito in seno alle autorità della Cina sull’opportunità di ricorrere a una nuova ondata di stimoli nello stesso frangente in cui vanno diminuendo i timori per un ipotetico fallimento del vasto programma di stimoli monetari lanciato in Giappone dall’esecutivo Abe.

Proprio in Giappone l’attenzione dei mercati è tutta per la due giorni di riunione della banca centrale. Il cross USDJPY si è frattanto deprezzato dopo aver toccato il massimo dell’ultimo mese, portandosi a 121,18$; in rialzo di 14 punti il cross EURJPY fino a 134,77€. Secondo il Nikkei Business Daily, la Banca del Giappone potrebbe dare un nuovo giudizio sullo stato dell’economia nazionale alla luce della crescita sostenuta registrata nel primo trimestre e i segnali di una ripresa della spesa in consumi.

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