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Il dollaro Usa si deprezza nel Giorno del Ringraziamento

Da
Barry Norman
Pubblicato: Nov 27, 2014, 18:30 GMT+00:00

Il dollaro Usa si è deprezzato mentre i trader si preparavano alla festa del Giorno del Ringraziamento. Ma la banconota verde è caduta anche a causa di

Il dollaro Usa si deprezza nel Giorno del Ringraziamento

Il dollaro Usa si è deprezzato mentre i trader si preparavano alla festa del Giorno del Ringraziamento. Ma la banconota verde è caduta anche a causa di una serie di dati economici affatto positivi rilasciati ieri pomeriggio, aprendo la stagione natalizia a 87,68. Le Borse asiatiche viaggiano frattanto in rialzo trainate dai nuovi massimi toccati dagli indici Usa e nonostante gli ultimi dati economici statunitensi siano stati piuttosto insoddisfacenti: la stragrande maggioranza degli indicatori si è infatti stampata al di sotto delle previsioni. Le richieste di muti sono calate del -4,3% mentre remunerazioni e spese personali flettevano entrambe del -0,2% contro un’aspettativa rispettivamente del +0,4% e +0,3%. Eppure, gli indici borsistici a stelle e strisce sono comunque riusciti a stampare nuovi guadagni. Oggi i mercati Usa rimarranno chiusi per il Giorno del Ringraziamento, mentre domani chiuderanno in anticipo per il Black Friday. L’indice S&P 500 si è frattanto mosso piatto.

Le divise asiatiche viaggiano al rialzo contro il dollaro Usa. L’indice DX si è infatti deprezzato marginalmente dopo che ieri sera gli ultimi dati economici si sono stampati al di sotto delle previsioni; la banconota verde è cosi tornata sotto al livello 88 ed è attualmente scambiata a 87,68; l’euro viaggia a 1,2508. Domani Germania ed Eurozona saranno le protagoniste di un gran numero di dati economici: stando a quanto affermato ieri dal vice-presidente Bce Vitor Constancio, in questo modo l’istituto potrà decidere se nel primo trimestre del 2015 dovrà ricorrere all’acquisto di titoli sovrani per sostenere l’economia di Eurolandia. L’Eurotower ha già iniziato ad acquistare covered bond e obbligazioni garantite come gli ABS nel tentativo di aumentare le dimensioni del proprio bilancio, riportandolo ai livelli di inizio 2012 (ciò significherà farlo crescere di circa 1 trilione di euro).

Stamane l’Aussie si è mosso in rialzo fino a 0,8584, lievitando di 36 punti grazie alle difficoltà del dollaro Usa e ai buoni dati economici stampati dall’economia australiana. Nel corso di ottobre i fornitori di servizi finanziari hanno infatti realizzato vendite-record stando a quanto certifica il BSI (Business Sales Indicator), un indicatore che tiene conto delle transazioni operate sulle carte di credito e di debito tramite apparecchi CBA. Il Kiwi viaggia anch’esso in rialzo, guadagnando 43 punti fino a 0,7913 dopo che i numeri della bilancia commerciale neozelandese hanno evidenziato un nuovo incremento dell’export verso la Cina, inclusi i prodotti del comparto dei latticini.

Anche lo yen giapponese muove in rialzo contro il dollaro Usa, scambiato a 117,37. L’ultimo rapporto economico dell’Oecd non è stato affatto tenero con il Giappone, affermando che il paese asiatico deve consolidare le proprie finanze al fine di ridurre il gigantesco debito pubblico e contenere i rischi connessi all’allentamento monetario varato dalla BoJ. Il governatore dell’istituto centrale Kuroda ha sottolineato che la banca è pronta a incrementare gli sforzi per raggiungere il target di crescita dei prezzi, messaggio poi parzialmente ripreso dagli stessi vertici monetari Bce in un frangente in cui l’Eurozona tenta in ogni modo di far ripartire la propria economia. Nel corso di un intervento davanti ai rappresentanti del mondo economico, Kuroda ha difeso le proprie scelte di politica monetaria dalle critiche di quanti sostengono che le nuove misure di stimolo monetario (decise lo scorso mese in maniera del tutto inaspettata) sarebbero la causa di un’accelerazione per nulla favorevole nel processo di deprezzamento dello yen. Per tutta risposta, il governatore BoJ ha affermato che il suo istituto “continuerà ad agire” per sconfiggere la deflazione.

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