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Il Dollaro USA Rimbalza Premendo sulla Sterlina e sull’Euro; l’Oro Sostenuto dai Deboli Dati dalla Cina

Da:
James Hyerczyk
Aggiornato: Sep 15, 2015, 00:37 UTC

Lunedi il rimbalzo del dollaro USA ha contribuito a premere in ribasso sterlina, euro e future sul petrolio greggio. I prezzi dell'oro, invece, vanno in

Il Dollaro USA Rimbalza Premendo sulla Sterlina e sull’Euro; l’Oro Sostenuto dai Deboli Dati dalla Cina

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Lunedi il rimbalzo del dollaro USA ha contribuito a premere in ribasso sterlina, euro e future sul petrolio greggio. I prezzi dell’oro, invece, vanno in controtendenza.

Dopo una fase di ribasso iniziata il 3 settembre, lunedì il dollaro USA registra un modesto rialzo, principalmente grazie alle prese di profitto e agli aggiustamenti di posizione in vista dell’importante annuncio della Fed di giovedì. Volume di scambi e la volatilità, infatti, sono entrambi bassi. Secondo i mercati le probabilità di un aumento dei tassi sarebbero ferme al 25%, ma si sussurra anche di un possibile 50/50. In entrambi i casi, l’incertezza è tale da suggerire a molti dei principali operatori idi rimanere a bordo campo.

Con aspettative tanto incerte in vista della riunione del 17 settembre, la scelta di mantenere invariati i tassi andrebbe probabilmente a pesare sul biglietto verde, mentre un incremento dei tassi potrebbe provocare un rally: l’oro, l’euro e la sterlina britannica si troverebbero ad affrontare un’ondata di vendite. Teoricamente, a fronte di un aumento dei tassi anche il greggio potrebbe avvertire la pressione, perché denominato in dollari. Tuttavia, il fattore principale che influenza questo mercato è l’eccesso di offerta.

A inizio sessione un’ondata di vendite sui mercati azionari cinesi ha contribuito a sostenere il mercato dell’oro. Le borse cinesi sono affondate in seguito alla pubblicazione dei deludenti rapporti sugli investimenti di capitale fisso e la produzione industriale per il mese di agosto. Secondo l’Ufficio Nazionale di Statistica, la produzione industriale ha registrato una lettura di 6,1% contro una stima del 6,3%. Gli investimenti in cespiti si attestano al 10,9%, contro l’11,2% previsto dai trader. Le vendite al dettaglio in Cina superano le stime (10,6%) e si attestano al 10,8 %.

Lunedì il petrolio greggio è andato a estendere l’ondata di vendite in seguito alla pubblicazione di venerdì delle tetre previsioni sui prezzi di Goldman Sachs. In questo rapporto l’istituto di investimento ha avvisato ai propri clienti che ci sono tutte le premesse per un crollo dei prezzi fino ai 20$, anche se le sue previsioni reali per il 2016 indicano un prezzo di 45$ al barile, dai 57$ indicati in precedenza. Sono state anche riviste al ribasso le previsioni per il Brent, da 62$ a 49,50$.

Su Comex, in una giornata caratterizzata da un basso volume di scambi, con molti dei principali fondi speculativi e di commodity in disparte in vista della decisione sul tasso di interesse del FOMC (Federal Open Market Comitee) attesa per il 17 settembre, i future sull’oro con scadenza a dicembre si muovono in rialzo. I dati indicano che i money manager hanno ridotto le puntate su un rally di più di un terzo. Nelle ultime tre settimane, con gli investitori in attesa della riunione della banca centrale, i fondi ETF garantiti in oro hanno visto svanire oltre 2,6 miliardi di dollari.

Secondo i dati della Commodity Futures Trading Commissione Usa pubblicati l’11, nella settimana conclusasi l’8 settembre, gli speculatori hanno tagliato le proprie posizioni long nette del 36 per cento, 28.286 future e opzioni. Le puntate ribassiste sono salite del 18 per cento a 87.815 contratti, il primo aumento dal 21 luglio.

All’inizio della sessione la coppia EUR/USD ha tentato un rally; gli investitori preparavano le loro scommesse contro un rialzo dei tassi da parte della Fed. I trader non hanno potuto trattenere i guadagni a causa del basso volume e la mancanza di partecipazione da parte delle grandi banche. Per quanto riguarda le altre notizie, nell’Euro Zona la produzione industriale ha battuto le stime con un incremento del 0,6% contro lo 0,3% previsto dai trader.

La coppia GBP/USD registra un brusco movimento fuori dal range alimentato dal volume estremamente basso. Sebbene la maggior parte dei trader della sterlina britannici siano in disparte in vista dell’annuncio della Fed del 17 settembre, alcuni dovrebbero tornare martedì in occasione del rapporto sull’inflazione nel Regno Unito. Il dato principale, l’IPC, dovrebbe attestarsi allo 0,1% mentre l’indice Core all’1,2 %. La sterlina britannica potrà chiudere la settimana in netto rialzo se i numeri sull’inflazione supereranno le stime e la Fed si asterrà dall’aumento dei tasso a settembre.

Sull'Autore

James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.

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