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Il dollaro Usa naviga a tutta forza

Da
Barry Norman
Pubblicato: Sep 9, 2014, 15:28 GMT+00:00

La settimana si è aperta senza particolari scossoni, eccezion fatta per la bilancia commerciale cinese che ha registrato un incremento delle esportazioni

Il dollaro Usa naviga a tutta forza

La settimana si è aperta senza particolari scossoni, eccezion fatta per la bilancia commerciale cinese che ha registrato un incremento delle esportazioni assieme a un calo delle importazioni, sollevando qualche dubbio sulla solidità della ripresa economica della Cina. E dal momento che i mercati cinesi sono rimasti chiusi per la festività di Metà autunno, sul fronte azionario è rimasto tutto inalterato. Frattanto, Wall Street ha stampato un nuovo record: l’indice S&P 500 ha fatto segnare il 41° rialzo in 52 settimane, con due soli ribassi; il Nasdaq, 64 rialzi e 18 ribassi. Il Dow Jones viaggia in ribasso di 24,05 punti (-0,14%), per arrivare a quota 17.113,31; lo S&P 500 cede 5,66 punti (-0,28%) fino a 2.002,05 e il Nasdaq cresce di 1,84 punti (+0,04%) fino a 5.584,74. Ieri in Europa l’unico indice azionario con segno positivo è stato il DAX tedesco (fra quelli più importanti), dal momento che le incertezze legate al futuro della Scozia e al cessate-il-fuoco in Ucraina hanno allontanato gli investitori dai mercati. L’indice tedesco ha chiuso in rialzo dello 0,1% per toccare quota 9.758,03 punti, quasi in prossimità del record stampato lo scorso giugno a 10.050,98 punti.

A sorprendere i mercati è stato il dollaro Usa, in crescita di 50 punti e scambiato a 84,37 dopo aver raggiunto un massimo di metà sessione a 84,50. Per tutta risposta, la sterlina è crollata di oltre 200 punti e si assesta a 1,6111, mentre l’euro ha inizialmente ceduto terreno sino a 1,2883 prima di recuperare qualcosa e chiudere la giornata a 1,2901. Lo yen giapponese si è mosso anch’esso in ribasso, scambiato a 105,88 a fronte dell’apprezzamento del dollaro Usa. Con l’approssimarsi del momento in cui la Fed ritoccherà verso l’alto i tassi d’interesse, e stante la debolezza di yen e sterlina britannica, la banconota verde sta attraversando un periodo scandito dal susseguirsi di nuovi massimi. È ormai da diverse settimane che gli investitori hanno scelto di fare incetta di dollari, a fronte di un’economia Usa sempre più in salute e delle difficoltà delle sue maggiori controparti mondiali. Come sempre, tutto ciò finisce per alimentare le voci che vogliono un rialzo dei tassi Usa in anticipo sui piani stilati inizialmente dalla Fed.

La sterlina britannica è sprofondata al minimo degli ultimi 10 mesi nei confronti del dollaro dopo che il fronte indipendentista è balzato in testa ai sondaggi in vista del voto sul futuro della Scozia. A 10 giorni dal referendum, secondo il Sunday Times i favorevoli alla secessione dal Regno Unito avrebbero il 51% dei consensi.

In Asia, il dollaro australiano è caduto dello 0,96% ed è scambiato a 0,9289, dopo che venerdì scorso aveva raggiunto il nuovo massimo dal luglio 2014 a 0,9403. L’Aussie ha comunque dato prova di possedere una certa capacità di resistenza, soprattutto a fronte del superdollaro Usa e del brusco calo registrato nel prezzo dei metalli (la prima fonte di guadagno per l’export dell’Australia), dovuto alla risveglio della speculazione internazionale. Gli investitori stanno infatti prendendo a prestito euro e yen (dai bassi tassi d’interesse) per acquistare asset australiani dagli alti rendimenti. Il dollaro neozelandese continua intanto a ribassarsi nei confronti della banconota verde, cedendo 49 punti per essere scambiato a 0,8279.

 

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