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Il dollaro Usa mantiene la posizione mentre Grecia e Fed dominano i mercati

Da
Barry Norman
Aggiornato: Mar 16, 2015, 17:25 GMT+00:00

La settimana si apre positivamente con i trader impegnati ad acquistare Aussie e Kiwi mentre il dollaro Usa vive una fase di assestamento dopo i forti

Il dollaro Usa mantiene la posizione mentre Grecia e Fed dominano i mercati

Il dollaro Usa mantiene la posizione mentre Grecia e Fed dominano i mercati
La settimana si apre positivamente con i trader impegnati ad acquistare Aussie e Kiwi mentre il dollaro Usa vive una fase di assestamento dopo i forti guadagni di venerdì. Nel corso della sessione asiatica, la banconota verde si mantiene al di sopra di quota 100 per essere negoziata a 100,48 dopo aver ceduto 24 punti mentre i trader si procacciavano i propri profitti. L’Aussie viaggia in territorio positivo a 0,7641 e il Kiwi è in rialzo di 12 punti a 0,7354: le divise legate alle materie prime stanno infatti beneficiando della ritrovata fiducia degli investitori e delle parole del premier cinese di ieri. Lo yen giapponese si mantiene invece piatto a 121,33 in vista della riunione della banca centrale nipponica di questa settimana, che comunque non dovrebbe ingenerare troppa volatilità.

A breve l’attenzione dei trader sarà rivolta all’Eurozona e ai negoziati fra le autorità greche e i partner europei in un frangente dominato dalle dichiarazioni del primo ministro di Atene e del suo ministro delle Finanze. Venerdì scorso l’euro è precipitato al di sotto del livello a 1,05 e stamattina si mantiene a 1,0519 mentre i trader si riposizionano. Oggi l’euro ha guadagnato 23 punti sfruttando la flessione del dollaro statunitense. E dal momento che il calendario non offrirà alcun evento di rilievo prima dell’intervento del presidente Bce Draghi di domani, è probabile che i trader si limiteranno a seguire il flusso delle notizie.

Stamattina Bloomberg sembra voler riprendere le voci e i sentimenti diffusi in Germania. Jens Mueller, tassista di Berlino, dice di essere stufo del governo greco e di non volere che la Germania dilapidi i fondi dei contribuenti tedeschi in aiuti ad Atene. “Sono profondamente arroganti con tutte queste loro richieste, senza contare la situazione in cui si sono ficcati”, sostiene Mueller (49 anni), mentre aspetta i turisti nei pressi della Porta di Brandeburgo. “Forse la cosa migliore è che la Grecia abbandoni l’euro”, ha aggiunto; le sue parole sono condivise da un gran numero di tedeschi. Un sondaggio del 13 marzo dell’emittente pubblica ZDF evidenzia che il 52% dei tedeschi è a favore dell’uscita di Atene dall’euro. Lo scorso mese, questa percentuale si era fermata al 41%.

L’aumento del numero di quanti sono contrari a una permanenza della Grecia nell’euro (la Repubblica ellenica rischia una crisi di liquidità già questo mese) coincide con il duro negoziato fra Atene e le autorità europee affinché le seconde sblocchino nuovi aiuti al paese. Tsipras è frattanto tornato a chiedere alla Germania di ripagare i danni di guerra commessi durante l’occupazione della Grecia durante la seconda guerra mondiale; allo stesso tempo, il ministro delle Finanze Varoufakis ha ingaggiato un duro scontro verbale con la sua controparte tedesca Schaeuble. La scorsa settimana, il governo ellenico si è ufficialmente lamentato per la condotta del ministro tedesco, cosa che ha portato lo stesso Schaeuble a definire la mossa greca come “assurda”.

Domani, invece, gli occhi saranno tutti per la riunione di politica monetaria della Fed. Gli investitori guardano in realtà soprattutto alla decisione e alla conferenza stampa di mercoledì, sperando che le autorità monetarie statunitensi finiscano per rivelare le tempistiche del rialzo dei tassi mentre l’economia Usa sembra crescere con sempre maggiore slancio. La riprova è stato l’ottimo rapporto occupazionale della scorsa settimana che ha fatto balzare il alto le quotazioni del dollaro, ravvivando significativamente l’attività di mercato e incrementando le probabilità di assistere a un intervento sui tassi già quest’estate. E nonostante lo stabilizzarsi degli indici azionari, la banconota verde ha continuato a crescere sino a toccare il massimo degli ultimi 12 anni sull’euro; le quotazioni della valuta comune stanno inoltre scontando il lancio del nuovo piano di stimoli monetari da parte della Bce.

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