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Il Dollaro USA in Forte Rialzo Domina i Mercati Valutari

Da:
Barry Norman
Aggiornato: Sep 7, 2015, 17:46 UTC

Il dollaro USA continua a muoversi su terreno positivo, in un clima di diffusa incertezza in vista della decisione della Fed attesa per la prossima

Il Dollaro USA in Forte Rialzo Domina i Mercati Valutari
Il Dollaro USA in Forte Rialzo Domina i Mercati Valutari
Il Dollaro USA in Forte Rialzo Domina i Mercati Valutari

Il dollaro USA continua a muoversi su terreno positivo, in un clima di diffusa incertezza in vista della decisione della Fed attesa per la prossima settimana. Venerdì i trader speravano che il rapporto sull’occupazione potesse risultare decisivo, ponendo le condizioni per un aumento dei tassi da parte della Fed, ma i dati si sono rivelati di incerta interpretazione, lasciando i trader nel dubbio. Lunedì, giornata festiva negli USA per il Labour Day, il dollaro si attesta a 96,29, in rialzo di tre punti.

In seguito alla pubblicazione dei dati USA sull’occupazione, incapaci di chiarire quali saranno le decisioni future da parte della Federal Reserve, i mercati asiatici si muovono in ribasso. Oltre a ciò, occorre considerare che, dopo due giorni di chiusura, riaprono i mercati cinesi, una ragione in più per i trader per mantenere un profilo prudente.

La scorsa settimana l’indice del dollaro USA ha guadagnato lo 0,1%, traendo beneficio dal rasserenarsi del clima di preoccupazione per l’economia cinese ed il conseguente rafforzamento della domanda di biglietti verdi. A ciò si aggiungano i dati economici positivi che indicano una flessione del deficit commerciale USA dovuto a un aumento delle esportazioni, a conferma del fatto che l’economia è abbastanza forte da poter contrastare il rallentamento della crescita economica globale.

A dispetto delle recenti turbolenze sui mercati globali, il vicepresidente della Federal Reserve Stanley Fischer ha rilasciato dichiarazioni su un possibile aumento dei tassi di interesse entro la fine del mese di dicembre, ravvisando però il pericolo di fattori esterni quali un’ulteriore svalutazione dello Yuan e il crollo dei prezzi del petrolio, elementi che potrebbero rendere più complicato un eventuale decisione da parte del FOMC. Il biglietto verde ha toccato un massimo settimanale a quota 96,64.

In scia alle dichiarazioni di giovedì pomeriggio da parte del presidente della BCE Mario Draghi, l’euro si attesta a 1,1147, chiudendo la settimana in ribasso.

La scorsa settimana la coppia EUR/USD ha infatti ceduto lo 0,3% in seguito alle dichiarazioni accomodanti del presidente della BCE, che ha tagliato le previsioni su crescita e inflazione nell’eurozona, mettendo in guardia da possibili ulteriori problemi per la crescita dell’eurozona legati all’economia cinese e facendo riferimento alla necessità di ulteriori misure di stimolo. A ciò si aggiungano i commenti da parte del capo del Fondo Monetario Internazionale sul rallentamento della crescita dell’economie avanzate e nei paesi emergenti, fattore che potrebbero incidere negativamente sulla crescita economica globale. Questo scenario ha favorito l’avversione al rischio agendo come fattore negativo sulla valuta comune.

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La scorsa settimana la sterlina britannica ha preso un brutto colpo per poi riguadagnare 23 punti questa mattina nel corso della sessione asiatica, attestandosi a 1,5193. La scorsa settimana aveva perso lo 0,64% in scia al rafforzamento del dollaro USA che ha dominato il trend sul GBP.

Oltre a ciò, i dati economici deludenti dal Regno Unito segnalano nel mese di agosto la più lenta crescita del terziario degli ultimi due anni, mentre il settore manifatturiero rimane sotto pressione in una fase in cui le turbolenze sui mercati globali – imputabili principalmente al rallentamento dell’economia cinese hanno inciso negativamente sulle esportazioni dal Regno Unito. Tanto è bastato per alimentare un clima di avversione al rischio, ora che si teme che la Banca d’Inghilterra si asterrà ancora dall’aumentare i tassi di interesse. Comunque il governatore della BoE ha dichiarato che, nonostante i timori legati alla Cina, l’economia britannica ha recuperato terreno, facendo riferimento ad un possibile aumento dei tassi prima del previsto. Oggi non sono attesi dati sull’economia in GB e i mercati USA sono chiusi, perciò questa mattina si presume che la valuta si muoverà entro una gamma di oscillazione ristretta.

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Questa mattina sui mercati asiatici Aussie e Kiwi si muovono in direzioni di divergenti. Il dollaro australiano guadagna 25 punti recuperando terreno rispetto ai minimi e attestandosi a 0,6933 mentre il kiwi cede 16 punti attestandosi a 0,6272. Sulle valute asiatiche continuano a pesare i timori legati al l’economia cinese, con entrambe le valute che vengono negoziate in prossimità dei minimi della gamma di oscillazione del 2014/2015. È opinione comune che la banca centrale USA procederà con un aumento dei tassi prima della fine dell’anno, un’eventualità che probabilmente spingerà in rialzo il biglietto verde e in ribasso il dollaro australiano e quallo neozelandese.

In base ai prezzi di chiusura di venerdì, il kiwi è sceso di 28% dopo aver toccato la vetta dello 0,8800 poco più di un anno fa spinto in ribasso delle prospettive di aumento dei tassi da parte della Fed, dall’inizio del ciclo di politica espansiva da parte della Reserve Bank e del forte calo dei prezzi dei latticini. Gli economisti esprimono parere pressoché unanime sul fatto che il presidente della Reserve Bank Graeme Wheeler giovedì taglierà i tassi di 25 punti base, ma ci si chiede cosa accadrà ai tassi di interesse.

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