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Il Dollaro Usa è al Tappeto

Da
Barry Norman
Pubblicato: May 6, 2015, 16:00 GMT+00:00

Ieri un insieme di preoccupazioni ha finito per abbattere i mercati statunitensi e concludere un rally durato due giorni. Il dollaro Usa è caduto al di

Il Dollaro Usa è al Tappeto

Ieri un insieme di preoccupazioni ha finito per abbattere i mercati statunitensi e concludere un rally durato due giorni. Il dollaro Usa è caduto al di sotto del livello di prezzo 95 mentre l’euro si portava al di sopra di quota 1,12. Dopo aver visto sfumare i guadagni delle due sessioni precedenti, i mercati statunitensi hanno chiuso in territorio negativo alla notizia di un deficit commerciale al massimo degli ultimi 7 anni. L’acuirsi del gap potrebbe precludere a un Pil a stelle e strisce persino in territorio negativo, quando verso fine mese sarà resa nota la revisione dei dati del primo trimestre. Anche i mercati europei hanno chiuso in rosso con gli investitori intimoriti dalle notizie provenienti dalla Grecia, nonostante la crescita di colossi bancari come Hsbc e Ubs. I timori per il mancato accordo fra il governo di Atene e l’Ue sono tornati prepotentemente alla ribalta nel momento in cui è emerso che l’Fmi potrebbe congelare la sua linea di credito alla Grecia a meno che i paesi europei non accettino nuovi impegni sul debito.

L’euro ha comunque tratto giovamento dalla pubblicazione delle ultime stime economiche della Commissione Ue, che ha rivisto in rialzo le previsioni di crescita di Eurolandia nel 2015, al +1,5% dal +1,3% di febbraio. Il miglioramento del quadro macroeconomico è da ascriversi al deprezzamento dell’euro e agli stimoli monetari profusi dalla Bce per supportare l’economia.

Nonostante i sentimenti di mercato continuino a patire le speculazioni sul rialzo dei tassi da parte della Fed e l’incertezza che aleggia attorno alla crisi del debito ellenico, oggi l’attenzione dei trader sarà tutta per l’indice ISM e la bilancia commerciale degli Stati Uniti in attesa dell’evento principe della settimana, ovvero il rapporto sulle buste paga non-agricole di venerdì prossimo.

A marzo deficit della bilancia commerciale è atteso in aumento mentre l’indice ISM dovrebbe evidenziare una contrazione dell’attività del settore non-manifatturiero. Se così fosse, ciò confermerebbe le tesi di quanti sostengono la necessità di un rinvio del rialzo dei tassi da parte della Fed; il che, a sua volta, potrebbe impattare negativamente sulle quotazioni del dollaro e aumentare il valore delle materie prime. Nel corso della sessione asiatica, l’oro è in continua crescita mentre il dollaro Usa ha perso 28 punti base, portandosi a 94,99.

Il dollaro australiano ha sfruttato le debolezze del biglietto verde e la decisione con cui ieri la Rba ha tagliato al 2% il tasso principale. Stamane le vendite al dettaglio dell’Australia hanno mancato le attese, pur non impedendo alla valuta di guadagnare altri 24 punti e portarsi in prossimità del livello a quota 80. L’Aussie è negoziato a 0,7966. Il dollaro neozelandese si è frattanto deprezzato dopo il calo dei prezzi del latte e latticini e un rapporto occupazionale incapace di rispettare le previsioni della vigilia. Il Kiwi è così scambiato in ribasso di 72 punti a 0,7486.

Lo yen giapponese si è deprezzato contro il dollaro Usa e l’euro per essere negoziato rispettivamente a 119,91 e 134,61 mentre i mercati rimangono chiusi per il terzo e ultimo giorno di festività nazionale. Riapriranno domani.

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