Ieri un insieme di preoccupazioni ha finito per abbattere i mercati statunitensi e concludere un rally durato due giorni. Il dollaro Usa è caduto al di
L’euro ha comunque tratto giovamento dalla pubblicazione delle ultime stime economiche della Commissione Ue, che ha rivisto in rialzo le previsioni di crescita di Eurolandia nel 2015, al +1,5% dal +1,3% di febbraio. Il miglioramento del quadro macroeconomico è da ascriversi al deprezzamento dell’euro e agli stimoli monetari profusi dalla Bce per supportare l’economia.
Nonostante i sentimenti di mercato continuino a patire le speculazioni sul rialzo dei tassi da parte della Fed e l’incertezza che aleggia attorno alla crisi del debito ellenico, oggi l’attenzione dei trader sarà tutta per l’indice ISM e la bilancia commerciale degli Stati Uniti in attesa dell’evento principe della settimana, ovvero il rapporto sulle buste paga non-agricole di venerdì prossimo.
A marzo deficit della bilancia commerciale è atteso in aumento mentre l’indice ISM dovrebbe evidenziare una contrazione dell’attività del settore non-manifatturiero. Se così fosse, ciò confermerebbe le tesi di quanti sostengono la necessità di un rinvio del rialzo dei tassi da parte della Fed; il che, a sua volta, potrebbe impattare negativamente sulle quotazioni del dollaro e aumentare il valore delle materie prime. Nel corso della sessione asiatica, l’oro è in continua crescita mentre il dollaro Usa ha perso 28 punti base, portandosi a 94,99.
Il dollaro australiano ha sfruttato le debolezze del biglietto verde e la decisione con cui ieri la Rba ha tagliato al 2% il tasso principale. Stamane le vendite al dettaglio dell’Australia hanno mancato le attese, pur non impedendo alla valuta di guadagnare altri 24 punti e portarsi in prossimità del livello a quota 80. L’Aussie è negoziato a 0,7966. Il dollaro neozelandese si è frattanto deprezzato dopo il calo dei prezzi del latte e latticini e un rapporto occupazionale incapace di rispettare le previsioni della vigilia. Il Kiwi è così scambiato in ribasso di 72 punti a 0,7486.
Lo yen giapponese si è deprezzato contro il dollaro Usa e l’euro per essere negoziato rispettivamente a 119,91 e 134,61 mentre i mercati rimangono chiusi per il terzo e ultimo giorno di festività nazionale. Riapriranno domani.