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Il dollaro continua a muoversi in ribasso: per quanto ancora?

Da:
Bob Mason
Pubblicato: Feb 24, 2017, 17:50 UTC

Un'altra giornata priva di dati sulle principali economie. I mercati rimangono in una sorta di limbo a riflettere su "cosa sarebbe potuto succedere". La

Il dollaro continua a muoversi in ribasso: per quanto ancora?

Un’altra giornata priva di dati sulle principali economie. I mercati rimangono in una sorta di limbo a riflettere su “cosa sarebbe potuto succedere”. La delusione per i verbali del Fomc si è riflessa nell’incapacità del dollaro di muoversi in rialzo contro le altre valute. Ancora una volta, l’indice del dollaro spot si attesta al di sotto di quota 1010.

Si discute dell’indipendenza della Fed dalle decisioni dell’amministrazione Trump. I verbali delle due ultime riunioni del Fomc hanno mostrato come i membri del comitato si nascondano dietro l’incertezza provocata dalle misure adottate o meno dalla Casa Bianca. Tutto ciò nonostante l’ottimismo generato dagli indicatori sugli Stati Uniti, la cui economia va certamente meglio di quella del Regno Unito e dell’Eurozona, senza considerare le posizioni delle diverse banche centrali in politica monetaria.

I dati macroeconomici sugli Stati Uniti che verranno pubblicati nel pomeriggio di oggi sono limitati alle versioni definitive del sentimento dei consumatori per il mese di febbraio e alle vendite di nuove abitazioni nel mese di gennaio. Assumendo che siano coerenti con la lettura preliminare, i dati sul sentimento dei consumatori avranno scarsa influenza sul dollaro. Tuttavia, i mercati devono prendere in considerazione la decisione dell’amministrazione Trump di posticipare l’annuncio della riforma del sistema tributario. Tale decisione potrebbe avere effetto sulla fiducia dei consumatori, negli Stati Uniti e altrove. Tutto sta a vedere se l’indice è stato completato prima dell’annuncio della Casa Bianca.

Se deludenti, i dati sul sentimento dei consumatori trascineranno il dollaro in ribasso. L’impatto sulla spesa per i consumi è già motivo di preoccupazione. Alla fine dell’anno, esauritasi la Trumpeuforia che aveva spinto i mercati, la fiducia e il dollaro in rialzo, la fiducia dei consumatori ha iniziato a subire una flessione.

Si deve ancora vedere se il calo della fiducia è  traslato nella contrazione della spesa. I dati sulle vendite di nuove abitazioni, che verranno pubblicati nel pomeriggio di oggi, dovrebbero mostrare un rimbalzo nel mese di gennaio. Tale esito potrebbe alleviare la tensione, ma i mercati e la Fed dovrebbero valutare per quanto tempo una ripresa spinta dalle promesse sia sostenibile.

Nella situazione attuale, se i dati confermassero le aspettative, il dollaro potrebbe trovare supporto durante la sessione degli Stati Uniti. I mercati devono tenere conto del fatto che l’innalzamento del rischio geopolitico non è limitato agli Stati Uniti. In poche settimane, il governo britannico invocherà l’attuazione dell’art. 50 del TUE. Nel corso dell’anno, vi saranno poi le elezioni nei Paesi Bassi, in Francia e in Germania, che costituiscono ulteriori fattori in grado di influire sulla propensione al rischio.

In circostanze normali, ci si aspetterebbe che la coppia EUR/USD si attesti a 1,08$, considerata la riluttanza della Fed a impegnarsi a una chiara tempistica circa il primo innalzamento dei tassi a marzo. Marine Le Pen eserciterà una certa influenza. Tuttavia, quanti puntano sul rialzo del dollaro hanno qualcosa di cui preoccuparsi, dato che si continua a considerare, almeno in parte, la speranza per le misure di stimolo e per la riforma del sistema tributario. Qualora i mercati dovessero divenire sempre più dubbiosi circa la reale volontà dell’amministrazione Trump di attuare le promesse elettorali, il dollaro potrebbe muoversi in ribasso. Tutto ciò dovrà essere preso in considerazione dalle banche centrali e, in particolare, dalla Bce. Draghi si rifiuta di riconoscere l’aumento dell’inflazione, mentre il governatore della Banca d’Inghilterra, Carney, riflette sui possibili effetti negativi dell’incremento dei prezzi al consumo sull’economia del Regno Unito.

Si tratta di un gioco pericoloso e, con la crescita dei salari che continua a essere messa alla prova, l’aumento dei prezzi al consumo, unito alla fiducia dei consumatori, potrebbe costituire un mix dannoso per le banche centrali nei prossimi mesi.

 

Sull'Autore

Bob Masonauthor

Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.

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