Da Francoforte arrivano segnali non positivi per Fininvest. Secondo la Bce, il gruppo guidato da Silvio Berlusconi non può acquisire una partecipazione
Da Francoforte arrivano segnali non positivi per Fininvest.
Secondo la Bce, il gruppo guidato da Silvio Berlusconi non può acquisire una partecipazione qualificata di Banca Mediolanum.
La Bce ha recepito la questione sollevata un anno fa dalla Banca d’Italia, secondo cui esiste un fondato motivo per opporsi all’operazione di cui sopra: manca il requisito di onorabilità.
Secondo la normativa bancaria vigente, qualora non si possegga il detto requisito, non è possibile detenere una percentuale superiore al 10% di quote di una banca.
La holding della famiglia Berlusconi era ricorsa al Consiglio di Stato lo scorso marzo, contestando la posizione della Banca d’Italia e ottenendo parere favorevole.
Ciò non è bastato per soddisfare la Bce che il 30 settembre ha comunicato il proprio diniego verso un’operazione che portasse il Biscione a possedere una partecipazione qualificata in Banca Mediolanum, ritenendo che l’unica opzione possibile fosse il mantenimento della maggioranza relativa del 30,042% che Fininvest già detiene nell’istituto creditizio milanese.
Per Fininvest i presupposti di una siffatta posizione sono errati, in quanto non si tratterebbe di un’acquisizione, essendo Mediolanum un asset controllato da tempo immemore.
Di diverso avviso la Bce, la cui obiezione è fondata sulla recente fusione per incorporazione tra Mediolanum e Banca Mediolanum, che genererebbe un nuovo istituto di credito e quindi sconfesserebbe la tesi di Fininvest circa il possedimento storico della stessa.
Così Fininvest, che in una nota afferma che: “Riservandosi ogni ulteriore commento una volta effettuati gli opportuni approfondimenti, contesta in radice il fondamento giuridico di questa decisione, nonché la legittimità degli atti del procedimento che ad una tale decisione hanno condotto. Convinta della validità delle proprie ragioni, che hanno già trovato pieno riconoscimento da parte del Consiglio di Stato, la società tutelerà con la massima energia e determinazione i propri diritti ed interessi, agendo in tutte le sedi previste dalla normativa sia a livello nazionale che europeo”.
La questione appare semplice, ma dai risvolti giuridici complessi.
Quel che risalta è la situazione delicata del gruppo facente capo a Silvio Berlusconi, che tra la querelle con Vivendi, l’articolata trattativa per la cessione dell’A.C. Milan a gruppi asiatici e il veto della Bce su Mediolanum, si trova esposta su più fronti e per questo bersaglio di speculatori.
Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.