I metalli preziosi subiscono fortemente l'effetto dell'annuncio del FOMC e dei dati sul PIL USA. L'argento sembra pagare un prezzo più alto rispetto al
I metalli preziosi subiscono fortemente l’effetto dell’annuncio del FOMC e dei dati sul PIL USA. L’argento sembra pagare un prezzo più alto rispetto al dollaro e all’oro, scendendo il 4% giovedì e continuando a scendere nel corso della sessione asiatica di venerdì. L’argento perde 77 punti e si attesta a 16,343, andando a rompere i recenti minimi, per raggiungere il minimo dal febbraio 2010. Le notizie sul fronte economico diffuse giovedì sono state incoraggianti. Nel terzo trimestre il Prodotto Interno Lordo negli States è cresciuto del 3,5, come risultato di un aumento della spesa di consumatori, aziende e governo. La scorsa settimana le richieste di sussidi di disoccupazione sono cresciute di 3000 unità, attestandosi a 287.000. Si tratta comunque della settima settimana consecutiva al di sotto delle 300.000 unità.
La più grande economia del mondo lo scorso trimestre è cresciuta a un tasso annuale superiore alle aspettative (+3,5%), registrando i sei migliori mesi dell’ultima decade, mentre altri dati indicano una riduzione nel numero di richieste di sussidi di disoccupazione a tassi come non si vedevano da 14 anni. Un imprevisto rallentamento dell’inflazione tedesca fa temere che l’Europa possa entrare in recessione proprio nel momento in cui il governo statunitense pone fine al programma di acquisto di titoli.
L’oro ha perso quota scendendo sotto 1200, in ribasso di 90 centesimi, per attestarsi a 1197,70. Dopo un iniziale apprezzamento a 1,2548, il massimo dal 6 ottobre, il biglietto verde contro l’euro fa registrare un incremento di 0,2%, attestandosi a $ 1,2613. La valuta comune si appresta a registrare il più forte ribasso annuale dal 2005. Il dollaro ha guadagnato lo 0,3% attestandosi a 109,21 Yen, dopo aver raggiunto il massimo intraday delle ultime tre settimane a 109,47. I dati inferiore alle aspettative sull’inflazione in Germania potrebbero non essere di buon auspicio per l’eurozona, dove gli aumenti di prezzo sono inferiori agli obiettivi della Banca Centrale Europea. In base a un’indagine svolta intervistando numerosi analisti, i dati di venerdì mostreranno per il mese di ottobre un incremento dell’indice dei prezzi al consumo nell’eurozona dello 0,4% rispetto all’anno passato.
I titoli di Stato greci registrano un ribasso, mandando i rendimenti dei titoli a 10 anni in rialzo di 48 punti base (0,48%) dopo che il ministro per le riforma amministrativa Kyriakos Mitsotakis ha dichiarato che investitori avrebbero incontrato un percorso travagliato mentre il governo prova a contenere il rischio di elezioni anticipate. Mentre gli investitori vedono la necessità di ricorrere a un bene rifugio come l’oro, dato che l’inflazione rimane sotto controllo e la situazione politica rimane distesa, viene a mancare un supporto sul mercato dell’oro.
Dopo che la Federal Reserve USA ha posto fine al programma di stimolo hai espresso fiducia nei confronti della ripresa economica, compromettendo l’interesse nei confronti dell’oro come bene rifugi, l’oro rimane a languire in prossimità del minimo delle ultime tre settimane. Il metallo si appresta a registrare il secondo ribasso consecutivo nel 2014 dopo aver perso quanto guadagnato a inizio anno in corrispondenza della fine del programma di acquisto asset della Federal Reserve, favorito dai miglioramenti dell’economia USA.
Le probabilità che l’oro scenda a quota $ 1000 l’oncia aumentano dato che l’energia a prezzi ridotti significa minore inflazione. Il petrolio è crollato in un mercato ribassista in corrispondenza di un aumento dell’offerta globale. Il ribasso dei prezzi del petrolio impedirà un aumento dei prezzi ma agirà come stimolo aggiungendo miliardi di dollari nelle tasche dei consumatori.