Ieri Wall Street ha chiuso la sessione piatta, pur essendo riuscita a riprendersi dalle perdite patite in avvio a causa di un dato deludente sulle vendite
Stamattina gli indici asiatici viaggiano misti, con quelli di Singapore, Hong Kong, Indonesia e Corea del Sud in crescita (fra lo 0,07% e lo 0,78%); diversamente, gli indici di riferimento di Cina, Taiwan e Giappone sono in flessione fra lo 0,32% e lo 0,91%.
Il dollaro Usa, negoziato a 93,63, si mantiene prossimo ai minimi degli ultimi 3 mesi dopo che il dato sulle vendite al dettaglio di aprile ha deluso fortemente quanti puntavano sulla ripresa dell’economia Usa dopo un primo trimestre fiacco, dovuto al maltempo. Gli investitori hanno reagito alla pubblicazione dell’indicatore spostando ancora più in là il momento in cui la Fed interverrà sui tassi, permettendo all’oro di balzare al massimo degli ultimi cinque mesi a oltre 1.218$ l’oncia.
Ad aprile le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno confermato il dato di marzo: autovetture e carburanti si sono mossi in linea con le previsioni, pur non di quanto sarebbe stato necessario per contrastare il mancato rimbalzo di alti settori. Piatta, su base mensile, anche la lettura core (quella preferita dagli economisti), nonostante una previsione di rialzo dello 0,5%.
Gli investitori hanno reagito al dato sulle vendite al dettaglio spostando nel tempo il momento del rialzo dei tassi da parte della Fed. E mentre le autorità della banca centrale continuano a insistere che l’intervento potrebbe avvenire in un qualsiasi momento a partire da giugno, i mercati non sembrano per nulla convinti del fatto che l’istituto riuscirà a intervenire nel corso del 2015.
Ieri l’euro ha registrato la migliore performance, con un rally che continua anche stamattina fino a toccare quota 1,1364$ (+10 punti). I dati sul Pil europeo hanno infatti sorpreso trader e analisti, con l’economia della zona euro che nel primo trimestre è stata capace di crescere oltre le attese. L’euro ha infatti beneficiato fortemente della notizia di un’espansione del Pil dello 0,4% contro lo 0,3% degli ultimi tre mesi del 2014. La spiegazione potrebbe essere nel programma di acquisto titoli lanciato a marzo dalla Bce per rimettere in moto la crescita e contrastare il pericolo deflazione nel blocco monetario.
Anche la sterlina britannica continua a crescere, scambiata a 1,5754$ dopo che la Banca d’Inghilterra ha rivisto in ribasso le sue previsioni di inflazione e di crescita. Ieri il dato sulla forza lavoro ha evidenziato una disoccupazione ferma al 5,5% e un indice salariale medio migliore delle attese.
Nel corso della mattinata asiatica, l’Aussie prosegue il suo rally fino a toccare quota 0,8128$ sfruttando il contemporaneo deprezzamento del dollaro Usa. Le speranze di nuove misure di stimolo dalla Cina dopo gli ultimi deludenti dati economici (la produzione industriale ha nuovamente mancato le previsioni) hanno finito per supportare l’AUD.
Bene anche il Kiwi che si muove in scia all’Aussie, guadagnando 44 punti fino a 0,7532 e beneficiando di un dato sulle vendite al dettaglio che stamattina si è rivelato migliore delle attese. La divisa neozelandese ha guadagnato così lo 0,8% dopo aver toccato il suo massimo dal 6 maggio a quota 0,7561$. Oggi il dollaro neozelandese si è apprezzato dello 0,7% contro le sue 16 principali controparti valutarie dopo che i dati diffusi dal governo hanno evidenziato che nel primo trimestre 2015 le vendite al dettaglio sono cresciute al ritmo maggiore dal 2003.