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I trader dell’oro sono in attesa dei verbali FOMC

Da
Barry Norman
Aggiornato: May 19, 2015, 18:21 GMT+00:00

In apertura di sessione asiatica, il dollaro Usa è stato protagonista di un rimbalzo dovuto a un’ondata di vendite e prese di beneficio da parte dei

I trader dell’oro sono in attesa dei verbali FOMC
I trader dell’oro sono in attesa dei verbali FOMC

In apertura di sessione asiatica, il dollaro Usa è stato protagonista di un rimbalzo dovuto a un’ondata di vendite e prese di beneficio da parte dei trader. Il biglietto verde è così cresciuto di 10 punti per essere negoziato a 94,32 mentre l’oro cadeva di 5,70$ fino a 1221,90. Per quanto riguarda gli altri metalli preziosi, l’argento è precipitato di 215 punti, pur rimanendo al di sopra della sua media di scambio per il 2015 a 17,517; il platino ha invece subito un duro colpo, perdendo 9,35$ e calando a 1167,65. L’oro ha sperimentato il suo maggiore incremento di prezzo su base settimanale dalla metà dello scorso gennaio dopo che un dato sulla fiducia dei consumatori Usa complessivamente fiacco ha inciso negativamente sulle quotazioni del dollaro e diminuito ulteriormente le aspettative per un rialzo dei tassi Usa verso metà anno.

Gli ultimi dati economici hanno infatti supportato la convinzione dei mercati circa il fatto che l’economia a stelle e strisce non è ancora abbastanza forte per far fronte al primo rialzo dei tassi (ora ai loro minimi storici) inizialmente previsto per il mese di giugno, a opera della Fed. Ad aprile la produzione industriale Usa si è inaspettatamente contratta per il quinto mese di fila anche per via del calo registrato nell’attività estrattiva dei pozzi di petrolio e gas; l’impressione è che nel corso del secondo trimestre 2015 l’economia americana crescerà a un ritmo modesto.

Le difficoltà della ripresa dopo un primo trimestre tutto sommato poco soddisfacente si riflettono in altri dati economici: venerdì è emerso che a maggio la fiducia dei consumatori Usa è calata al minimo degli ultimi 7 mesi, mentre l’attività delle industrie nello stato di New York segnava solo un timido rimbalzo.

Stamattina, in avvio di sessione, l’oro è balzato al massimo degli ultimi 3 mesi dopo che la pubblicazione di un’analisi di Bank of America ha messo in fibrillazione Wall Street. Nella ricerca, poi ampiamente citata e discussa, Bank of America-Merrill Lynch ha messo in guardia gli investitori contro “un’estate difficile”, suggerendo loro di tenere in cassa la liquidità e l’oro. I prezzi del prezioso hanno così toccato il massimo degli ultimi 3 mesi, crescendo per la quinta sessione di fila a fronte di dati economici Usa poco soddisfacenti che hanno alimentato le attese per il rinvio dell’intervento sui tassi da parte della Fed.

La scorsa settimana i prezzi sono aumentati del 3%, realizzando la migliore performance su base settimanale degli ultimi 4 mesi, dopo che letture complessivamente poco rosee sul fronte occupazionale, delle vendite al dettaglio e della fiducia dei consumatori hanno indotto gli investitori a ritenere improbabile un prossimo rialzo dei tassi.

Gli investitori sono in attesa della pubblicazione, prevista per domani, dei verbali della riunione di politica monetaria Fed di aprile per scovare qualche indizio circa le opinioni della banca centrale a stelle e strisce sullo stato dell’economia americana e, soprattutto, sulle tempistiche dell’intervento sui tassi. Il presidente Fed di Chicago Charles Evans ha rilevato che l’istituto centrale potrebbe puntare a un rialzo dei tassi a giugno nel caso in cui l’economia si rivelasse forte abbastanza. Su questo punto, un documento a firma della filiale Fed di San Francisco afferma che l’economia degli Stati Uniti potrebbe essere più forte di quanto lasciato immaginare dalle ultime rilevazioni, così supportando il fronte di quanti invocano un intervento sui tassi anticipato sui tempi.

Durante la sessione asiatica il rame si mantiene al di sopra del livello di prezzo a 2,90$ anche se pare disporre di ben pochi supporti se si eccettua le speranze per nuovi stimoli monetari in Cina. I future sul rame hanno registrato la contrazione maggiore delle ultime 3 settimane a fronte di un calo dei metalli industriali dovuto ai timori di una flessione della domanda di Cina e Stati Uniti, i principali importatori mondiali. Secondo i dati pubblicati ieri, ad aprile i prezzi delle nuove abitazioni cinesi sono calati su base annua in 69 delle 70 città monitorate mentre a maggio la fiducia dei costruttori statunitensi si contraeva in maniera del tutto inaspettata. L’attività edilizia incide per il 30% sulla domanda di rame.

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