Ora che settimana e mese volgono al termine, l’oro rimane invariato; dopo il crollo verificatosi in settimana, il metallo si è mantenuto in prossimità dei
Questa settimana il dollaro USA, in seguito alla pubblicazione di dati economici che ad aprile, per il secondo mese consecutivo, indicano un incremento della spesa per investimenti da parte delle imprese Usa, ha postato a un rally dell’1,3% contro un paniere delle principali valute estere.
Altri dati indicano nel mese di aprile un incremento superiore alle aspettative per le vendite di nuove case unifamiliari e le vendite di case esistenti, nonché un miglioramento della fiducia dei consumatori nel mese di maggio.
Il rafforzamento del dollaro ha esercitato una forte pressione ribassista sui metalli di base. Il rame guadagna otto punti recuperando terreno rispetto ai minimi toccati a inizio settimana, per chiudere a 2,777. Mercoledì scorso ha postato il minimo delle ultime tre settimane, in un momento in cui rafforzamento del dollaro USA ha incoraggiato le prese di beneficio frustrando le speranze di una ripresa della domanda da parte della Cina, il primo consumatore al mondo.
Lunedì l’agenzia di pianificazione statale cinese hai elencato oltre 1000 progetti per un importo totale di 1970 miliardi di Yuan. Il rame viene utilizzato in maniera intensiva nel settore edile; tuttavia a pesare sul rame è stato soprattutto l’incremento del dollaro USA superiore all’1% contro un paniere delle valute estere, in scia a un indice di fiducia negli USA, ai nuovi dati sui beni durevoli e a un crescente nervosismo rispetto alla crisi Greca. Sul London Metal Exchange i dati indicano una flessione delle riserve di rame per un totale di 327.800 t. Era largamente previsto che il metallo quest’anno facesse segnare un surplus significativo di scorte, tuttavia i dati in tal senso devono ancora emergere, dato che nel corso degli ultimi due mesi le riserve LMM non sono aumentate.
Il prezzo dei minerali ferrosi è rimasto sopra i 62$ la tonnellata nonostante la prima chiusura in ribasso nelle ultime cinque sessioni sui mercati esteri. In chiusura dell’ultima sessione, il benchmark dei minerali ferrosi a consegna immediata nel porto Tiyanim in Cina era contrattata a 62,30$ la tonnellata, in ribasso dello 0,5% rispetto alla chiusura precedente a 62,60$ la tonnellata, vicino ai massimi degli ultimi tre mesi.
Prima del crollo, le commodity erano salite per quattro sessioni consecutive in scia ai dati che indicavano una flessione delle scorte nei principali porti cinesi, guadagnando lo 0,6% nel corso di questo periodo stornando le perdite registrate nella precedente serie di otto sessioni consecutive in ribasso.